La Metà del Mondo: Lidia Curti
Scheda Autrice, La Metà del Mondo
La professora Lidia Curti è mancata il 21 aprile del 2021. Numerose testimonianze sono state condivise sui social e ancora stanno circolando a conferma dell'affetto di chi l'ha conosciuta.
Le notizie dei social hanno la caratteristica di volatilizzarsi; invece blog e siti riescono a restituire più a lungo le informazioni. Vorrei perciò usare Diario di ErreBi come punto di raccolta dei ricordi che riguardano Curti.
Non ci sarà un ordine, verranno inseriti appena ne avrò contezza.
Chiunque voglia potrà segnalare ulteriori memorie, da inserire qui, attraverso il form di contatto del Diario.
Una precisazione: se autrici di articoli e post, su siti, blog, ecc. non avessero piacere di vedere condivisi i propri testi in Diario di ErreBi, oppure se preferiscono un link di rimando ad altri spazi virtuali, me lo segnalino, per favore. Provvederò in modo tempestivo alla rimozione o all'adeguamento con il link.
Lutto nel mondo accademico napoletano. Ieri sera è venuta a mancare Lidia Curti, professore onorario all’Università di Napoli “L’Orientale”. La docente, pilastro del polo universitario, era una stimata ricercatrice, i cui interessi erano la letteratura diasporica femminile, la migrazione nelle pratiche artistiche, e le contro-genealogie del pensiero femminista contemporaneo.
A dare la
notizia della sua morte è stato il marito, il professore Iain Michael
Chambers, che sul suo profilo social ha
scritto: “A life, a love/Una vita, un amore… ‘in the
slipstream, between the viaducts of your dream’… Lidia Curti (1932 – 2021)”.
La
professoressa Curti era molto amata dai suoi alunni, per i quali rappresentava
un modello d’ispirazione. La notizia della sua morte infatti ha lasciato
attoniti tutti gli studenti dell’Orientale. Tantissimi i messaggi di cordoglio
apparsi in queste ore sui social. La Tamu Edizioni ha scritto: “Ieri sera è
venuta a mancare Lidia Curti, teorica femminista e postcoloniale e maestra di
pensiero per tutt* noi. Lidia ha attraversato la nostra comunità con la sua
tenace prospettiva femminista, con uno sguardo sempre lucido sulle molteplici
oppressioni di genere, razza e classe che viviamo quotidianamente. Negli ultimi
mesi siamo stat* felici di condividere con lei i nostri primi passi, che lei ha
accompagnato come sempre con grande entusiasmo e partecipazione. Nel ricordare
Lidia Curti, il suo pensiero, la donna straordinaria che è stata, ci stringiamo
intorno a Iain Michael Chambers e a tutte le persone che l’hanno amata”.
“Apprendiamo
con grande dolore la scomparsa di Lidia Curti, critica femminista e professore
onoraria di letteratura inglese all’Università L’Orientale di Napoli. In questi
anni abbiamo avuto la fortuna e il privilegio di incrociare Lidia e di averla
in molte battaglie al nostro fianco, nei cortei, nelle chiamate pubbliche
all’interno dell’Università di invito allo sciopero globale femminista, nel
tracciare le fila dei femminismi neri con l’invito profondo a guardare insieme
le molteplici differenze e oppressioni. Le sue parole, il suo contributo
critico e politico, la sua lucidità e il suo sguardo erano un faro in quella
ricerca costante e profonda di confronto, in una prospettiva femminista che ci
interpellava nel nostro presente fatto di stati fortezza, di rifiuto
dell’alterità e delle diversità e di continue ri-organizzazioni e ri-creazioni delle
eredità lasciate dal colonialismo e dallo schiavismo. Rimarranno preziose per
noi le sue parole dedicate ad Angela Davis e al suo pensiero politico in
occasione della presentazione di Donne, Razza e Classe a Napoli. Lidia
costruiva ponti, connessioni e ci invitava a farlo, “verso un futuro femminista
che non sia solo bianco e occidentale e superi frontiere temporali e spaziali,
continenti terreni e astrali, aree diverse del sapere” (in Femminismi Futuri
2019) Ciao Lidia, non dimenticheremo, come ci hai detto tu, che il femminismo
rappresenta la guida alle strategie di lotta e ci impegneremo a fare i conti
con quel panico bianco di cui è invasa l’Italia e per cui è necessario lo
sciopero ed è necessaria la nostra lotta”, è il post di cordoglio di “Non una
di meno”.
Tra i
messaggi di commozione arrivati alla famiglia, anche quello della Società
Italiana delle Letterate, che si è unita al cordoglio delle molte e molti che
hanno trovato nella figura, nella scrittura e nell’operato intellettuale di
Lidia Curti un riferimento tangibile per guardare al futuro di tutti i
femminismi.
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Post di FB del 23 aprile
Università
degli Studi di Napoli L'Orientale
Si è spenta
serenamente a Napoli il giorno 21 Aprile 2021 Lidia Curti, professoressa
onoraria di Letteratura Inglese presso il nostro ateneo e Anglista di chiara
fama nazionale e internazionale.
L’Università di Napoli 'L'Orientale' la ricorda con profondo affetto,
stima e gratitudine, onorandone il lungo impegno sul fronte della didattica,
della ricerca e del governo dell'ateneo, su cui ha lasciato una profonda
impronta.
Ricordiamo
i lunghi anni e le molte generazioni che hanno attraversato i suoi corsi di
Lingua e Letteratura Inglese, che ha tenuto dal 1960 al 2006; il suo ruolo
centrale nella costituzione del Dottorato di Letterature di Lingua Inglese in
consorzio con l'Università di Roma La Sapienza nei primi anni novanta; la
fondazione del Dottorato di Ricerca in Studi Culturali e Postcoloniali del
Mondo Anglofono negli anni duemila; e la progettazione della Laurea
Specialistica in Culture e Letterature di Lingua Inglese negli stessi anni.
Il suo
impegno nella ricerca, l'ha vista anche in un ruolo di primo piano nella
formazione dei cultural studies in Inghilterra come in Italia, esplicandosi
nella scrittura e cura di molti volumi in ambito anglistico, con particolare
interesse per il teatro, per i linguaggi performativi, televisivi, e
cinematografici, per le scritture femminili, femministe e postcoloniali, e
nella sua partecipazione a numerosi convegni nazionali e internazionali,
progetti di ricerca, e soggiorni presso atenei inglesi e americani. Studiosa
fortemente impegnata nel civile, Lidia Curti è stata per lunghi anni anche
membro del comitato di redazione della rivista Anglistica AION (IUO),
Direttrice della successiva Anglistica New Series (UniOr), e co-fondatrice del
Centro Studi Postcoloniali e di Genere. Tra il 1998 e il 2001 ha ricoperto
l'importante incarico istituzionale di Pro-Rettore.
Le
sopravvive il marito, prof. Iain Chambers, a cui la comunità de L'Orientale
rivolge le proprie sentite condoglianze.
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Su "Il Manifesto" scrive Marina Vitale:
Lidia
Curti, nello sconfinare di corpi e linguaggi
Ritratti. Addio alla critica femminista, anglista e intellettuale napoletana. Nella sua produzione ha perseguito, anticipandola, una pratica di cui oggi si parla come «intersezione», un atteggiamento dello spirito che ispira i suoi molti studi su donne e scrittura
EDIZIONE
DEL
23.04.2021
PUBBLICATO
23.4.2021,
0:04
Era sempre un passo avanti, Lidia Curti, e ci spiazzava con la sua apertura verso il nuovo e il futuro. Non a caso aveva coordinato una ricerca sui Femminismi futuri (Iacobelli editore, 2019) che ha coinvolto intellettuali femministe collegate con l’Orientale di Napoli, dove è stata docente di Anglistica per più di quarant’anni. Ancora pochi giorni fa, in un dialogo a più voci sui recenti confronti/scontri tra vecchi e nuovi femminismi promosso dalla rivista Leggendaria, aveva dichiarato: «Ho sempre vissuto ogni nuova ondata come un’aggiunta preziosa».
LIDIA CURTI ha costantemente lavorato per aprire spazi di innovazione e di dialogo al di sopra di barriere disciplinari e protocolli accademici, portando nell’insegnamento una passione civile che ha fatto di lei una figura carismatica per molte generazioni di studenti e di studiosi. Militante nel Pci e attiva nella sezione di Bagnoli, fu un tramite importante di quell’intreccio di passione politica e accademica che visse una stagione di fervore e profonda riflessione nel 1968-69, alimentata anche dall’interazione tra gli studenti e gli operai metalmeccanici, in focose assemblee e appassionati controcorsi.
GIÀ QUALCHE
ANNO PRIMA, nel 1964-65 aveva contribuito alla nascita dell’area
interdisciplinare degli Studi Culturali collaborando con il Centre for
Contemporary Cultural Studies, che era stato appena fondato da Richard Hoggart
e Stuart Hall all’Università di Birmingham allo scopo di promuovere un tipo di
ricerca in cui confluivano studi letterari, antropologici, sociologici e
politici, all’insegna di un serissimo impegno sul piano teorico e civile. Fu
Lidia Curti a introdurre presso quel Centro gli scritti di Gramsci, ancora poco
noti in Gran Bretagna, e a dare un apporto significativo a una rilettura
duttile e resiliente del pensiero gramsciano che grazie a quella traduzione
culturale, creativa e rispettosa insieme, iniziò il suo viaggio planetario,
approdando alle declinazioni originali di congiuntura culturale e di egemonia
che sarebbero state proposte dagli Studi Subalterni indiani.
Fin dagli
esordi la sua didattica travalicò gli angusti confini «canonici», accogliendo
le espressioni e i linguaggi delle arti visive, del teatro, del cinema, dei
media; azzerando il divario tra colto e popolare, tra Cultura e culture;
dedicando interesse alla vita «postuma» dei testi, rintracciabile nelle
riletture, negli adattamenti e tradimenti, nelle messe in scena, e transcodificazioni.
NE SONO TESTIMONIANZA Peter Brook e Shakespeare: alla ricerca di un’avanguardia nel teatro inglese (1984), la cura di Amleto e i suoi fantasmi (1994), di Shakespeare in India (2010); i suoi studi sulla narratività televisiva; l’attenzione alle manifestazioni più sperimentali delle arti visive, la vicinanza con artiste e artisti la cui creatività attinge agli ideali ecologici, all’opera di videoartisti e registi che coniugano una struggente bellezza con la durezza delle discriminazioni razziali e di genere, con le sofferenze inumane inflitte dai vecchi e nuovi colonialismi (illuminante un saggio su «Sognare in Afro», in Estetica. Studi e ricerche, 2015, 1).
ACCETTARE LA SFIDA della complessità significava porsi all’incrocio di ottiche e di metodologie, con il sostegno di una vasta competenza teorica nutrita di un’insistente interrogazione critica delle elaborazioni psicoanalitiche, femministe, postmoderne e postcoloniali; significava anche tendere l’orecchio e aguzzare la vista per cogliere l’emergere del subalterno e del più che subalterno, del soggetto imprevisto tratteggiato da Carla Lonzi; un soggetto silenziato e emarginato dalla potenza del capitale, della razza, del patriarcato; in un intreccio che richiedeva strumenti di analisi flessibili, capacità di accoglienza, senza presunzioni e prevaricazoni, un «mettersi accanto», come suggerito da Assia Djebar e Trinh T. Minh-ha. Si pone in quest’ambito il lungo lavoro che portò a un congresso seminale all’Orientale di Napoli e al conseguente volume, curato con Iain Chambers, La questione post-coloniale. Cieli comuni, orizzonti divisi (1996), che fu molto influente a livello internazionale sullo sviluppo della critica postcoloniale.
IN TUTTA LA
SUA PRODUZIONE ha perseguito (presagendola e anticipandola) una pratica di cui
oggi si parla come «intersezione»; un atteggiamento dello spirito prima ancora
che della critica che ispira la sua attività nella Società italiana delle
Letterate e i suoi molti studi su donne e scrittura: da Female Stories, Female
Bodies. Narrative, Identity and Representation (1998); all’ampia ricerca
interdisciplinare sfociata nel volume curato con Silvana Carotenuto, Anna De
Meo e Sara Marinelli, La nuova Shahrazad. Donne e multiculturalismo (2004); a
La voce dell’altra. Scritture ibride tra femminismo e postcoloniale (2006,
edizione aggiornata nel 2018).
Ci ha
insegnato molto. Ci mancherà moltissimo.
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Dal post FB di Marina Vitale, 24 aprile 2021
Ancora un
altro ricordo di Lidia Curti. Da parte di Roberto D'Avascio, suo antico
studente, ora presidente di Arci Movie e organizzatore della rassegna
Astradoc-Viaggi nel cinema del reale presso il cinema Astra di Napoli: come
suggerisce il titolo del suo articolo su Repubblica di oggi, erano mille i
mondi di Lidia Curti
Laura Di Michele, su l'Associazione Italiana di Anglistica, ha pubblicato un pensiero per Lidia Curti. Si tratta di un articolo che illustra, in modo meticoloso, le opere di Curti
Concorso lingua Madre la ricorda così.
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PDF del volume: "Matri-Archivio del Mediterraneo. Grafie e Materie", risultato di una giornata di studi organizzata in occasione del lancio della piattaforma digitale M.A.M. nel 2015 presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Contributo di Lidia Curti: Una macchina desiderante, dagli archivi della terra ai linguaggi dell'arte.
Per il momento è tutto.
A presto.
Romina Braggion
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