La Metà del Mondo: Lidia Curti

Scheda Autrice, La Metà del Mondo

27 novembre 2021 

Diario di ErreBi

La professora Lidia Curti è mancata il 21 aprile del 2021. Numerose testimonianze sono state condivise sui social e ancora stanno circolando a conferma dell'affetto di chi l'ha conosciuta. 

Le notizie dei social hanno la caratteristica di volatilizzarsi; invece blog e siti riescono a restituire più a lungo le informazioni. Vorrei perciò usare Diario di ErreBi come punto di raccolta dei ricordi che riguardano Curti.
Non ci sarà un ordine, verranno inseriti appena ne avrò contezza. 

Chiunque voglia potrà segnalare ulteriori memorie, da inserire qui, attraverso il form di contatto del Diario.

Una precisazione: se autrici di articoli e post, su siti, blog, ecc. non avessero piacere di vedere condivisi i propri testi in Diario di ErreBi, oppure se preferiscono un link di rimando ad altri spazi virtuali, me lo segnalino, per favore. Provvederò in modo tempestivo alla rimozione o all'adeguamento con il link.


Ho avuto il piacere di fare una lunga chiacchierata telefonica con la professora in merito alla genesi di un saggio fondamentale nella disamina della Science Fiction a firma femminile. Vorrei lasciare qui il mio ricordo, contenuto nella recensione di Femminismi Futuri”Ho scelto la SF per la possibilità che dà di aprirsi verso altri mondi in forma utopistica/ottimista. Non ho mai proposto loro (alle sue allieve, N.d.R.) romanzi dichiaratamente distopici anche se Vitale ha letto Atwood. Io non l’ho mai letta perché è peccato mortale; sono per l’apertura, il futuro, l’evasione e la fuga.” (Lidia Curti)


foto dal profilo FB di Iain Michael Chambers

Inoltre, prima di proseguire nell'omaggio alla grande anglista, lascio una preziosa chicca, fondamentale soprattutto per le/i fantascientiste/i, un articolo scritto da Curti in merito all'afrofuturismo: I viaggi afrofemministi e la violenza del presente

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Da "La voce di Napoli", 22 aprile 2021: 

Lutto nel mondo accademico napoletano. Ieri sera è venuta a mancare Lidia Curti, professore onorario all’Università di Napoli “L’Orientale”. La docente, pilastro del polo universitario, era una stimata ricercatrice, i cui interessi  erano la letteratura diasporica femminile, la migrazione nelle pratiche artistiche, e le contro-genealogie del pensiero femminista contemporaneo.

A dare la notizia della sua morte è stato il marito, il professore Iain Michael Chambers,  che sul suo profilo social ha scritto: “A life, a love/Una vita, un amore… ‘in the slipstream, between the viaducts of your dream’… Lidia Curti (1932 – 2021)”.

La professoressa Curti era molto amata dai suoi alunni, per i quali rappresentava un modello d’ispirazione. La notizia della sua morte infatti ha lasciato attoniti tutti gli studenti dell’Orientale. Tantissimi i messaggi di cordoglio apparsi in queste ore sui social. La Tamu Edizioni ha scritto: “Ieri sera è venuta a mancare Lidia Curti, teorica femminista e postcoloniale e maestra di pensiero per tutt* noi. Lidia ha attraversato la nostra comunità con la sua tenace prospettiva femminista, con uno sguardo sempre lucido sulle molteplici oppressioni di genere, razza e classe che viviamo quotidianamente. Negli ultimi mesi siamo stat* felici di condividere con lei i nostri primi passi, che lei ha accompagnato come sempre con grande entusiasmo e partecipazione. Nel ricordare Lidia Curti, il suo pensiero, la donna straordinaria che è stata, ci stringiamo intorno a Iain Michael Chambers e a tutte le persone che l’hanno amata”.

“Apprendiamo con grande dolore la scomparsa di Lidia Curti, critica femminista e professore onoraria di letteratura inglese all’Università L’Orientale di Napoli. In questi anni abbiamo avuto la fortuna e il privilegio di incrociare Lidia e di averla in molte battaglie al nostro fianco, nei cortei, nelle chiamate pubbliche all’interno dell’Università di invito allo sciopero globale femminista, nel tracciare le fila dei femminismi neri con l’invito profondo a guardare insieme le molteplici differenze e oppressioni. Le sue parole, il suo contributo critico e politico, la sua lucidità e il suo sguardo erano un faro in quella ricerca costante e profonda di confronto, in una prospettiva femminista che ci interpellava nel nostro presente fatto di stati fortezza, di rifiuto dell’alterità e delle diversità e di continue ri-organizzazioni e ri-creazioni delle eredità lasciate dal colonialismo e dallo schiavismo. Rimarranno preziose per noi le sue parole dedicate ad Angela Davis e al suo pensiero politico in occasione della presentazione di Donne, Razza e Classe a Napoli. Lidia costruiva ponti, connessioni e ci invitava a farlo, “verso un futuro femminista che non sia solo bianco e occidentale e superi frontiere temporali e spaziali, continenti terreni e astrali, aree diverse del sapere” (in Femminismi Futuri 2019) Ciao Lidia, non dimenticheremo, come ci hai detto tu, che il femminismo rappresenta la guida alle strategie di lotta e ci impegneremo a fare i conti con quel panico bianco di cui è invasa l’Italia e per cui è necessario lo sciopero ed è necessaria la nostra lotta”, è il post di cordoglio di “Non una di meno”.

Tra i messaggi di commozione arrivati alla famiglia, anche quello della Società Italiana delle Letterate, che si è unita al cordoglio delle molte e molti che hanno trovato nella figura, nella scrittura e nell’operato intellettuale di Lidia Curti un riferimento tangibile per guardare al futuro di tutti i femminismi.

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Post di FB del 23 aprile

Università degli Studi di Napoli L'Orientale

Si è spenta serenamente a Napoli il giorno 21 Aprile 2021 Lidia Curti, professoressa onoraria di Letteratura Inglese presso il nostro ateneo e Anglista di chiara fama nazionale e internazionale.  L’Università di Napoli 'L'Orientale' la ricorda con profondo affetto, stima e gratitudine, onorandone il lungo impegno sul fronte della didattica, della ricerca e del governo dell'ateneo, su cui ha lasciato una profonda impronta.

Ricordiamo i lunghi anni e le molte generazioni che hanno attraversato i suoi corsi di Lingua e Letteratura Inglese, che ha tenuto dal 1960 al 2006; il suo ruolo centrale nella costituzione del Dottorato di Letterature di Lingua Inglese in consorzio con l'Università di Roma La Sapienza nei primi anni novanta; la fondazione del Dottorato di Ricerca in Studi Culturali e Postcoloniali del Mondo Anglofono negli anni duemila; e la progettazione della Laurea Specialistica in Culture e Letterature di Lingua Inglese negli stessi anni.

Il suo impegno nella ricerca, l'ha vista anche in un ruolo di primo piano nella formazione dei cultural studies in Inghilterra come in Italia, esplicandosi nella scrittura e cura di molti volumi in ambito anglistico, con particolare interesse per il teatro, per i linguaggi performativi, televisivi, e cinematografici, per le scritture femminili, femministe e postcoloniali, e nella sua partecipazione a numerosi convegni nazionali e internazionali, progetti di ricerca, e soggiorni presso atenei inglesi e americani. Studiosa fortemente impegnata nel civile, Lidia Curti è stata per lunghi anni anche membro del comitato di redazione della rivista Anglistica AION (IUO), Direttrice della successiva Anglistica New Series (UniOr), e co-fondatrice del Centro Studi Postcoloniali e di Genere. Tra il 1998 e il 2001 ha ricoperto l'importante incarico istituzionale di Pro-Rettore.

Le sopravvive il marito, prof. Iain Chambers, a cui la comunità de L'Orientale rivolge le proprie sentite condoglianze.

foto di FB del Centro studi postcoloniali e di genere

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Su "Il Manifesto" scrive Marina Vitale:

Lidia Curti, nello sconfinare di corpi e linguaggi

Ritratti. Addio alla critica femminista, anglista e intellettuale napoletana. Nella sua produzione ha perseguito, anticipandola, una pratica di cui oggi si parla come «intersezione», un atteggiamento dello spirito che ispira i suoi molti studi su donne e scrittura

EDIZIONE DEL

23.04.2021

PUBBLICATO

23.4.2021, 0:04

Era sempre un passo avanti, Lidia Curti, e ci spiazzava con la sua apertura verso il nuovo e il futuro. Non a caso aveva coordinato una ricerca sui Femminismi futuri (Iacobelli editore, 2019) che ha coinvolto intellettuali femministe collegate con l’Orientale di Napoli, dove è stata docente di Anglistica per più di quarant’anni. Ancora pochi giorni fa, in un dialogo a più voci sui recenti confronti/scontri tra vecchi e nuovi femminismi promosso dalla rivista Leggendaria, aveva dichiarato: «Ho sempre vissuto ogni nuova ondata come un’aggiunta preziosa».

LIDIA CURTI ha costantemente lavorato per aprire spazi di innovazione e di dialogo al di sopra di barriere disciplinari e protocolli accademici, portando nell’insegnamento una passione civile che ha fatto di lei una figura carismatica per molte generazioni di studenti e di studiosi. Militante nel Pci e attiva nella sezione di Bagnoli, fu un tramite importante di quell’intreccio di passione politica e accademica che visse una stagione di fervore e profonda riflessione nel 1968-69, alimentata anche dall’interazione tra gli studenti e gli operai metalmeccanici, in focose assemblee e appassionati controcorsi. 

GIÀ QUALCHE ANNO PRIMA, nel 1964-65 aveva contribuito alla nascita dell’area interdisciplinare degli Studi Culturali collaborando con il Centre for Contemporary Cultural Studies, che era stato appena fondato da Richard Hoggart e Stuart Hall all’Università di Birmingham allo scopo di promuovere un tipo di ricerca in cui confluivano studi letterari, antropologici, sociologici e politici, all’insegna di un serissimo impegno sul piano teorico e civile. Fu Lidia Curti a introdurre presso quel Centro gli scritti di Gramsci, ancora poco noti in Gran Bretagna, e a dare un apporto significativo a una rilettura duttile e resiliente del pensiero gramsciano che grazie a quella traduzione culturale, creativa e rispettosa insieme, iniziò il suo viaggio planetario, approdando alle declinazioni originali di congiuntura culturale e di egemonia che sarebbero state proposte dagli Studi Subalterni indiani.

Fin dagli esordi la sua didattica travalicò gli angusti confini «canonici», accogliendo le espressioni e i linguaggi delle arti visive, del teatro, del cinema, dei media; azzerando il divario tra colto e popolare, tra Cultura e culture; dedicando interesse alla vita «postuma» dei testi, rintracciabile nelle riletture, negli adattamenti e tradimenti, nelle messe in scena, e transcodificazioni.

NE SONO TESTIMONIANZA Peter Brook e Shakespeare: alla ricerca di un’avanguardia nel teatro inglese (1984), la cura di Amleto e i suoi fantasmi (1994), di Shakespeare in India (2010); i suoi studi sulla narratività televisiva; l’attenzione alle manifestazioni più sperimentali delle arti visive, la vicinanza con artiste e artisti la cui creatività attinge agli ideali ecologici, all’opera di videoartisti e registi che coniugano una struggente bellezza con la durezza delle discriminazioni razziali e di genere, con le sofferenze inumane inflitte dai vecchi e nuovi colonialismi (illuminante un saggio su «Sognare in Afro», in Estetica. Studi e ricerche, 2015, 1).

ACCETTARE LA SFIDA della complessità significava porsi all’incrocio di ottiche e di metodologie, con il sostegno di una vasta competenza teorica nutrita di un’insistente interrogazione critica delle elaborazioni psicoanalitiche, femministe, postmoderne e postcoloniali; significava anche tendere l’orecchio e aguzzare la vista per cogliere l’emergere del subalterno e del più che subalterno, del soggetto imprevisto tratteggiato da Carla Lonzi; un soggetto silenziato e emarginato dalla potenza del capitale, della razza, del patriarcato; in un intreccio che richiedeva strumenti di analisi flessibili, capacità di accoglienza, senza presunzioni e prevaricazoni, un «mettersi accanto», come suggerito da Assia Djebar e Trinh T. Minh-ha. Si pone in quest’ambito il lungo lavoro che portò a un congresso seminale all’Orientale di Napoli e al conseguente volume, curato con Iain Chambers, La questione post-coloniale. Cieli comuni, orizzonti divisi (1996), che fu molto influente a livello internazionale sullo sviluppo della critica postcoloniale.

IN TUTTA LA SUA PRODUZIONE ha perseguito (presagendola e anticipandola) una pratica di cui oggi si parla come «intersezione»; un atteggiamento dello spirito prima ancora che della critica che ispira la sua attività nella Società italiana delle Letterate e i suoi molti studi su donne e scrittura: da Female Stories, Female Bodies. Narrative, Identity and Representation (1998); all’ampia ricerca interdisciplinare sfociata nel volume curato con Silvana Carotenuto, Anna De Meo e Sara Marinelli, La nuova Shahrazad. Donne e multiculturalismo (2004); a La voce dell’altra. Scritture ibride tra femminismo e postcoloniale (2006, edizione aggiornata nel 2018).

Ci ha insegnato molto. Ci mancherà moltissimo.



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Dal post FB di Marina Vitale, 24 aprile 2021

Ancora un altro ricordo di Lidia Curti. Da parte di Roberto D'Avascio, suo antico studente, ora presidente di Arci Movie e organizzatore della rassegna Astradoc-Viaggi nel cinema del reale presso il cinema Astra di Napoli: come suggerisce il titolo del suo articolo su Repubblica di oggi, erano mille i mondi di Lidia Curti

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Laura Di Michele, su l'Associazione Italiana di Anglistica, ha pubblicato un pensiero per Lidia Curti. Si tratta di un articolo che illustra, in modo meticoloso, le opere di Curti

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Il 4 novembre 2021, presso Palazzo Du Mesnil, sede Rettorato UniOr, a Napoli, si è tenuto l'evento: Un meraviglioso intreccio. Parole, immagini, corpi, in onore di Lidia Curti. Si può vedere la live streaming sul canale YouTube di Centro Studi Postcoloniali e di Genere.

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Concorso lingua Madre la ricorda così.

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Alessandra Marino e Nina Ferrante, allieve di Curti, in Jacobin Italia la ricordano con un esaustivo e affettuoso articolo: Maestra Lidia.

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Feminism e Le sconfinate ricordano Lidia Curti, generosa compagna e guida nei viaggi interstellari dell’afrofuturismo

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Nel video YouTube: Etnografie del contemporaneo. Donne, corpi e territori, Giulia De Spuches e Gabriella Palermo rendono omaggio a Lidia Curti. 

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Video dell'affissione della targa ricordo presso il laboratorio multimediale del centro linguistico di ateneo presso l'università di Napoli L'Orientale.

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Qui l'intervista a Lidia Curti, a cura di Barbara Bonomi Romagnoli, in merito al saggio: La voce dell'altra.

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PDF del volume: "Matri-Archivio del Mediterraneo. Grafie e Materie", risultato di una giornata di studi organizzata in occasione del lancio della piattaforma digitale M.A.M. nel 2015 presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Contributo di Lidia Curti: Una macchina desiderante, dagli archivi della terra ai linguaggi dell'arte.

Per il momento è tutto.

A presto.

Romina Braggion

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