Natale 2021: suggestioni di donne
Adoro il Natale sebbene sia agnostica.
Recitare una fede di uomini non mi è d'esempio, Natale non si può ridurre alla convizione di essere buoni cristiani solo perché si va a messa la vigilia, il 25 dicembre, tutte le domeniche e le feste comandate.
Per me Natale è praticare la carità, la speranza e il riscatto, tutti i giorni.
Quest'anno ho pensato di celebrare le feste anche attraverso relazioni virtuali forse non così "astratte" come si può immaginare. Una volta esistevano le amiche di penna, non vedo perché non possano esistere le amiche di tastiera.
Quindi le mie preghiere saranno le emozioni suscitate in me dalle loro parole. Trovo più umanità e ispirazione in un pensiero dedicato che in una litania.
Ecco le prime suggestioni, i regali del calendario dell'Avvento, di Natale e della Befana. Aggiornerò il post ogni settimana. Al termine delle feste 2021 avrò un altro luogo della memoria da inserire nel progetto La Metà del Mondo.
Le foto sono fornite da Marco Benedetto Cerini.
Dal sette dicembre inserirò i contributi senza foto, per non appesantire troppo il post.
06 dicembre: "Gli alberi spogli, il freddo, tutto quel buio. Gli ultimi giorni d'autunno hanno il sapore amaro della morte. Per questo abbiamo bisogno del Natale, una promessa di luce e calore che ci intiepidisca l'anima."
Grazie a Flavia Imperi
Omegna, Lago d'Orta, VB
Ph di Marco Benedetto Cerini
Crescendo le riunioni parentali scivolarono sullo sfondo, sostituite dal tempo trascorso con gli amici, le gratificazioni non passavano più per i pacchetti luccicanti… D’altra parte i nostri budget erano modesti e ci consentivano solo piccole testimonianze di affetto.
I regali con fiocchi e bigliettini sono tornati in auge più avanti, scambiati soprattutto come pegno di una conoscenza profonda nel piccolo cerchio della mia famiglia: il mio compagno, i rispettivi genitori, qualche persona davvero cara. E, soprattutto, mia figlia.
Ma anno dopo anno sono cambiata, forse sono diventata più insofferente. La fine dell’anno è un momento di bilancio, di riflessione, di pochi propositi che vorrei finalmente mantenere. Acquisti e festeggiamenti pubblici non mi tentano. Mi sembra di avere fin troppo. Vorrei imparare a fare, invece che comprare… E camminare leggera."
Grazie a Silvia Treves
Del Natale non mi piace l'abitudine di mandare auguri su whatsapp con finti biglietti tutti uguali pescati a caso in rete. Non mi piacciono i regali imbustati nel negozio di turno che già capisci di cosa si tratta. Non mi piace che nel pranzo di Natale si allestisca un menù a base di pesce. Non mi piacciono i panettoni stravaganti. E invece mi piacciono molte cose: gli addobbi casalinghi in rosso; le lucine intermittenti; il Pranzo secondo tradizione materna; i regali impacchettati male ma che contengono vere sorprese; e se nevicasse sarebbe un Natale perfetto.
Cosa mi piaceva del Natale di una volta? Il tempo sospeso dell'attesa; le musiche nell'aria; la messa di mezzanotte; il risveglio del mattino; le cartoline con la porporina d'argento a rivestire paesaggi innevati e bambini sulle slitte; i presepi, che raccontavano storie; e ancora prima alzarsi di notte con il batticuore e schiudere la porta per vedere se era già passato Babbo Natale, o Gesù bambino, quello con i piedini nudi che una volta mi ci sono così addolorata che mia mamma ha sferruzzato in fretta un paio di scarpine di lana e le abbiamo lasciate sul presepe così lui se l'è prese. L'attesa, quella era la cosa migliore."
Ma a volte arriva dicembre e ti accorgi che non riesci a essere felice. Corri, continui a correre, ma alla fine quella sensazione, il peso che ti preme sul basso ventre, ti ha raggiunta. Sei stanca e lei corre più veloce di te.
A volte ti accorgi che vorresti che Natale non arrivasse. Che le solite conversazioni che si ripetono ogni anno hanno un sapore più stantio di quanto ricordassi. Che non hai abbastanza fiato per trattenere il respiro e non inalare il solito veleno. Hai
corso talmente tanto che ora sei troppo stanca per innalzare le barricate, tapparti il naso e cercare di attraversare le feste senza troppi lividi e cicatrici.
Ma ti accorgi anche che hai corso così tanto che sei lontana. Ti muovi nella tua orbita, ora. Senti ancora il pungolo della gravità, incastrato come un arpione tra lo
sterno e le costole, ma il dolore è troppo debole per costringerti a tornare
indietro. Puoi scegliere se farlo o no. Puoi scegliere chi è davvero la tua
famiglia e chi no.
E allora sorridi. Forse non sei felice, ma sei libera."
Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita"
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