Recensione: NeXt-Stream. Visioni di realtà contigue

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Sconfinare


"NeXt-Stream. Visioni di realtà contigue" è un'antologia di scrittori italiani, curata da Giulia Abbate e Lukha B. Kremo

I racconti narrati sono accomunati dalla rappresentazione dell'intento connettivista; in questo link trovate un'esaustiva intervista a due fondatori, in merito allo stato dell'arte dopo cinque anni dalla fondazione del movimento
Conoscendo la curatrice, mi sono avvicinata all'antologia certa di trovare argomenti che mi avrebbero appassionato, secondo la tendenza dichiarata nel Manifesto Connettivista, spin-off della fantascienza: coniugare estrapolazione scientifica e speculazione sociale in una sintesi che non disdegna le sperimentazioni tipiche dell'avanguardia.
Ok, c'è tutto, mi sono detta al termine del libro, e molto altro. 

Infatti, tra i vari autori, troviamo alcuni fondatori del movimento, ben consci del loro ruolo di portavoce ma tutti gli altri/e non sono stati da meno nel mostrare realtà parallele. 
Mi risulta davvero difficile segnalare il racconto che ha catturato di più il mio intelletto e il mio cuore, che mi ha fatto esclamare: uhaoo, che mi ha lasciato un punto di domanda su cui riflettere con mille possibili "e se".
Dovendo pur dare un'indicazione di cosa si troverà nel libro, ecco la mia scelta.


"Radio Ombra" scritto da uno dei fondatori, Marco Milani: un horror, anche post-apocalittico, dal ritmo davvero serrato.


"L'ospite d'onore" di Irene Drago, una riflessione fantascientifica profonda sul post-mortem.


"La montagna che cammina" di Franci Conforti. Il sense of wonder, tipico della fantascienza, è ottimamente rappresentato in questo racconto. Come non riconfermare la mia ammirazione per questa scrittrice?


"Se" di Valeria Barbera. Questo esercizio di stile, nella migliore tradizione di Raymond Queneau, riesce a rappresentare splendidamente le possibili implicazioni di una fatalità mortale, secondo le linee guida della fantascienza sociale.


"Il suono nudo di Kappa" di Francesca Fichera una meravigliosa sinestesia concettuale oltre che formale, nella classica tradizione della space opera.


Che dire di più? Mancano all'appello altre narratrici/tori che non sono da meno di quelli citati. Un mix di sostanza ed emozione davvero perfetto. Consiglio vivamente la lettura. 


A presto.
Romina Braggion.

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