#recensione Stormachine


Ecco, sono arrivata al termine di "Stormachine" di Franci Conforti e mi dispiace, come sempre accade con i libri che mi piacciono molto. 


Be', ho scelto bene: romanzo vincitore Premio Odissea, vincitore Premio Kipple, finalista al Premio Urania 2016, donna, fantascientista italiana. Diciamo che stavo in una botte di ferro.
Però, che sorpresa! L'autrice è prodiga di idee, proposte già dalla prima pagina. Infatti si entra subito nel vivo con la tematica centrale del romanzo: la bidimensionalità. Parrebbe un argomento difficile da metabolizzare ma Franci lo rende scorrevole con una naturalezza disarmante, complice una scrittura comprensibile, lineare e personaggi "squadrati" ma realistici. Mi mancherete Bulkoc, Agnes, Street, Blatta, Lozy, NoNome... Se volete acculturarvi troverete qualche termine inusuale e parecchi concetti da approfondire. (Grazie Franci per il tuo contributo al mantenimento dei miei neuroni). Se no, se volete rilassarvi - 'che già ne avete abbastanza di problemi al lavoro-, passate oltre perché la fluidità della narrazione lo permette. Pragmatica come sono, dopo aver letto i primi due capitoli, sono andata in fondo al romanzo e ho letto tutto il glossario e il compendio.
Fatelo all'inizio, fatelo dopo qualche capitolo, fatelo alla fine, vedrete che vorrete leggere tutto ciò che l'autrice ha creato.
Tanto, ma proprio, proprio tanto, ha creato. Oltre a progettare un mondo e personaggi degni della migliore tradizione della Space Opera e hard SF, si è impegnata nella nobile arte della glottologia. Riuscendo a creare un lessico variopinto ma concreto, con una fantasia e razionalità degni della Sally degli ultimi capitoli. 😉
Sicuramente Ursula K. Le Guin, dall'alto di Sirio dove ora abita, avrà avallato la creazione, nominando Franci Conforti sua legittima erede.
Serve altro per leggere il romanzo? Ancora non siete convinti? Vediamo un po'... Potrete riflettere su una visione che travalica religione, politica, interessi economici, sociali o culturali: la libertà di scegliere il genere sessuale a cui appartenere.
Un ideale rivoluzionario che però non indossa generi, colori o bandiere di alcun tipo. Solo questo concetto merita l'impegno che necessita leggere questo libro non facile pur se scorrevole e coinvolgente.
Mettetevi comodi e preparatevi a un mirabolante viaggio nel subspazio del Geom✓. Si legge Geom✓ con la M molto allungata, come un mantra.
Consiglio la lettura.

A presto.
Romina Braggion

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