#recensione Senza un cemento di sangue

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"Senza un cemento di sangue" è un romanzo scritto da Anna Feruglio Dal Dan, finalista al Premio Urania nel 2000 e pubblicato da Delos Digital nel 2017. 
Prima di scrivere la mia recensione, ne ho lette molte altre e questa in particolare  ritengo abbia onorato al meglio l'opera della scrittrice friulana.
Seguendola sui social, mi sono accostata a questo romanzo con l'aspettativa di leggere buona fantascienza italiana e femminile, ed è stata soddisfatta in pieno.
La trama? Tre protagonisti indimenticabili: Twony, l'eroina e il suo braccio destro, Nikla, (insieme ad altri personaggi della Resistenza) infiltrato sulla stazione galattica Arras, combattono per sovvertire una dittatura dispotica e crudele. Creyna, braccio armato del dittatore, si frappone ai loro propositi di libertà. Tema chiaro, semplice, lineare, che genera una space opera ben delineata e appassionante.
Per i primi tre capitoli ho faticato parecchio per comprendere il quadro generale, poi tutto si è chiarito in maniera quasi magica. La narratrice non sbrodola, grazie al cielo, informazioni che avrebbero distolto il lettore dalle emozioni e riflessioni che gli voleva far provare.
Anche l'introspezione è funzionale alla cronaca anziché rappresentare una semplice descrizione intima dei personaggi.
La signora Dal Dan, in maniera molto onesta, dona voce anche ai cattivi. Parrebbe quasi che un briciolo di misericordia alberghi nell'anima di Creyna ma egli è mosso più da un sentimento di pietas anziché di pietà.
Così un insegnamento si riesce a trarre alla fine ma ciò che ho percepito non collima con la speranza che molti intravedono prima delle ultime righe.
Il finale aperto ha la sua ragione di esistere e, mi rincresce constatarlo, non potrà portare ad alcun sequel; il romanzo è finito e il suo messaggio è stato consegnato.
Questo è un diario di guerra onesto, crudo e duro. Anche piuttosto odioso.
Benché l'ambientazione e i personaggi, siano indimenticabili, non posso dire di aver amato il libro, né mai riuscirò.
Ma il plauso alla signora Dal Dan sta proprio qui: lo rileggerei, per ricordarmi quanto siamo privilegiati nel godere di una relativa libertà; lo leggerei ai giovani per insegnare loro che tutto questo è già successo in Cambogia, in Siberia, in Vietnam, nell'Europa degli anni '40 dello scorso secolo, nella Francia della Rivoluzione, durante l'inquisizione e via via sempre più lontano nel tempo e in territori ormai perduti.
Lo leggerei ai nonni per informarli che sappiamo, non possiamo dimenticare, teniamo viva la memoria e onoriamo il loro sacrificio. #dal26al24aprile
Suggerisco di leggere il libro con buona volontà e fermezza, mettendo in conto, al termine di "Senza un cemento di sangue", di leggere poi un romanzetto leggero e facile. Così, per cambiare aria.
Consiglio vivamente la lettura.


A presto.
Romina Braggion.

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