#recensione Il gatto e gli stivali

#diariodierrebi #recensioni Angeli o demoni, oppure leggende? 

"Il gatto e gli stivali" è un romanzo di Marta Leandra Mandelli L'ho ricevuto tramite la partecipazione al contest di Leggere Distopico curato da Liliana Marchesi È stata una bella sorpresa e una piacevole lettura. 
La trama? Myra, la protagonista, diventa l'anello di congiunzione tra entità dedicate alla difesa degli esseri umani, su una Terra trasformata dalla catastrofe nucleare. Questi Dei si districano, da millenni, tra scelte sbagliate, scelte necessarie e desiderio di redenzione. La risoluzione dei conflitti porta, nel finale, a una scelta insospettabile.
Mi rendo conto di essere la persona meno indicata per recensire questo libro. Infatti, lo sfondo post-apocalittico della trama, non è sufficiente a collocare il romanzo in un'area fantascientifica, post- apocalittica appunto oppure distopica.
Mi sembra più corretto inserirlo nel fantasy, young-adult, ma ahimé, il mio unico romanzo letto di quel genere fu "Il signore degli anelli", ben più di vent'anni fa.
Comunque tento la rece 😇 ma da dove comincio?
Si potrebbe partire da Myra ma il personaggio che ho preferito è il gatto! La sua trasformazione, doppia, è stata confortante e niente affatto scontata. Il peggio, il voltafaccia di Chris, è potenziale sino alla fine e questo, certamente, è un punto di forza nella narrazione.
Invece Alain, il capo supremo, il maggiore tra tutti i custodi, è un eroe senza alcuna macchia e coerente con sé stesso. Mi ha ricordato il Dio del vecchio Testamento, severo ma giusto.
Gli altri custodi sono supereroi che distraggono piacevolmente il lettore dalla barbarie che sempre più spesso vediamo intorno a noi.
Myra e gli umani che la circondano sono personaggi adorabili e leggeri, ma capaci di slanci di coraggio e altruismo.
Ho trovato molti simbolismi, richiami ad altre opere, citazioni trasparenti senza alcuna scopiazzatura.
Indubbiamente la scrittrice deve camminare ancora, la strada potrebbe essere lunga, ma la sua freschezza, la sua spontaneità, la sua speranza sono riuscite a conquistarmi.
Così ho deciso di osservarne la crescita nelle prossime opere che pubblicherà.
Consiglio la lettura, con un pizzico di indulgenza verso il testo, e un occhio di riguardo verso Marta.
Di Romina Braggion.

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