Recensione: Oltre Venere
#diariodierrebi
L'antologia "Oltre Venere" è stata curata da Gian Filippo Pizzo e pubblicata nel 2016 da La Ponga Edizioni.
L'ho letta dopo "Le Visionarie" e prima di "Divergender" che sto leggendo tuttora. Due bei tomi da affrontare con impegno e dedizione.
"Oltre Venere" è una boccata d'ossigeno tra i due.
Vorrei affrontare la recensione dopo un paio di considerazioni.
Sull'aletta anteriore trovo scritto: "Le scrittrici sognano pecore elettriche?" Mi domando perché dovrebbero; sicuramente sognano i mondi che vorranno creare per chi avrà la bontà di leggerle e avranno decine di modelli, femminili e maschili, altrettanto validi del solito e citatissimo Dick. Inoltre accomunare le scrittrici di fantascienza al concetto di alienità/copia espresso in "Ma gli androidi sognano pecore elettriche" non mi sembra un'uscita felice e rispettosa.
L'introduzione di Gian Filippo Pizzo è un'analisi onesta della situazione delle scrittrici di fantascienza e la condivido.
Dissento solo relativamente a una frase scritta di seguito alla riflessione sulle storie dell'antologia, dimostranti la capacità delle donne di scrivere fantascienza: "C'è però un'eccezione, un racconto decisamente fantastico/orrorifico che sembrerebbe tradire le premesse (cioè l'appartenenza di Oltre Venere alla SF, N.d.R) Non è esattamente così, perché il racconto in questione ha una valenza sociale -purtroppo legata alla più stretta attualità- che lo imparenta molto con la fantascienza speculativa. Leggendolo si capirà il perché."
Credo che esplorare l'essere Umani in determinati contesti, ponendo domande inconsuete e suggerendo punti di vista straordinari, non sia prerogativa esclusiva della SF.
Ritengo anzi riduttivo voler catalogare o porre Oltre Venere sullo scaffale della Fantascienza.
Mi pare un prodotto ben riuscito di narrativa che si può rivolgere tranquillamente a un pubblico mainstream.
Il curatore deve aver lasciato carta bianca alle autrici, e il risultato è davvero pregevole.
Ognuna ha sconfinato in mondi fantascientifici, fantasy, surreali, bizzarri, weird, horror senza un centro specifico e creando perciò un percorso libero di spaziare e di dirigersi ovunque aggrada il lettore.
Il risultato è una raccolta fresca, nuova, divertente, godibile da tutti, semplice ma non banale, commerciale ma non superficiale. Curioso davvero che si trovino poche notizie di essa su Internet.
Che ne penso dei racconti? Ne ho gradito poco solo uno, dal momento che non amo il genere fantasy.
Geniali e inconsueti sono "Il gestionale" di Giulia Abbate, "Case History" di Francesca Garello e "Il dono" di Loredana Pietrafesa; visionari "Scangel" di Cristiana Astori e "Simbiosi" di Serena Barbacetto; "L'ultima milonga" di Elena Di Fazio e "Isola Due:procedura pioggia" di Mariangela Cerrino sono un bell'ammonimento al genere umano; forse "Solo il vento che mi insegue" di Irene Drago può essere considerato davvero SF insieme a "Cyborg Lola" di Alexia Bianchini, divertentissimo racconto pieno di citazioni cinematografiche.
Di "Io ti amo" di Alda Teodorani ho apprezzato il concetto di supremazia della tecnologia, in questo caso un computer, rispetto alla vita di un essere umano, concetto anche piuttosto attuale, ma il finale mi amareggia, avrei preferito che la protagonista godesse di un altro destino.
"Come noi li rimettiamo ai nostri debitori" di Milena Debenedetti, mi sembra una favola moderna e il finale mi emoziona per la speranza che ho colto.
Infine "La porta degli annegati" di Denise Bresci si interroga, in maniera inconsueta, su un aspetto tragico di fatti di attualità: il cane che comprende e la sorella che ha dimenticato sono davvero emblematici e il finale allegorico spacca il cuore di terrore e apre la mente alla riflessione.
In questi giorni si discute di classifiche che pongono tra i 10 libri più venduti i soliti noti e in altri post ci si domanda se commerciale è per forza sinonimo di scarsa qualità. Inoltre, tenendo a mente l'annosa questione citata sopra, dell'appioppare l'etichetta SF per comodità di vendita, ritengo "Oltre Venere" una soluzione efficace alle tre tematiche: valida alternativa ai classici, libro adatto a un pubblico mainstream e in grado di riempire "fare cassetto" in una libreria.
Per questo Natale suggerisco vivamente di regalarne una copia, la mia l'ho acquistata sul sito del Libraccio.
Potete anche farlo a voi stessi un bel regalo, scaricatevi l'e-book e piazzatevi comodi sul divano, con accanto una fetta di panettone e un tè.
A presto.
Romina Braggion
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