Recensione: Faccia a faccia

#recensione 
Faccia a faccia, saggio di Antonella Marangoni, pubblicato da Amrita Edizioni.


La recensione di oggi riguarda un’opera di una signora ossolana esperta di lettura del volto e laureanda in psicologia.

Mi regalò il suo libro lo scorso agosto, in occasione della sua intervista per il blog Diario di ErreBi. Era proprio ora di leggerlo. 

 

Immagino che Antonella si sia chiesta, durante il concepimento di quest’opera, o forse ancora prima quando era solo un desiderio, se diffondere un insegnamento o indicare una via.

Ho sempre percepito i testi scolastici come portatori di conoscenze fredde e poco stimolanti. Sicuramente chi mette insieme le nozioni per trasmetterle agli studenti non si è mai prefissato l’obiettivo di fare appassionare alla materia di cui scrive. Non ho trovato empatia e calore in alcun testo mi sia passato tra le mani, nemmeno tra quelli che studia ora mio figlio liceale.

Dopo aver concluso la lettura di questo libro sono persuasa che Antonella abbia scelto di condividere la sua passione. Il risultato è un saggio affatto didascalico o didattico quanto piuttosto divulgativo.

La differenza è evidente già dall’introduzione che accompagna il lettore con aneddoti, citazioni, curiosità, istantanee di vita. Questo è il mio capitolo preferito, mi ha lasciato numerosi spunti di riflessione e dopo vi spiegherò il motivo.

La parte prima suddivisa in due capitoli, tratta con tocchi brevi e snelli la storia della fisiognomica e il contesto verso cui si è evoluta assumendo le sembianze dell’attuale morfopsicologia.

La seconda e la terza parte offrono strumenti concreti per appassionare alla disciplina, introducendo la pratica della morfopsicologia in modo semplice e coinvolgente.

La quarta parte approfondisce le informazioni e le constestualizza nell’analisi di modelli di volti, esplicitando alcune esperienze dell’autrice.

Infine l’epilgo consegna una fotografia panoramica, e questa volta non un ritratto, di un episodio realmente accaduto, riassuntivo ed emblematico delle motivazioni per la passione verso la morfopsicologia.

Antonella in quest’opera riesce a scongiurare una sorta di snobismo accademico o presunzione intellettuale tipica di alcuni saggisti, fornendo al lettore i primi rudimenti di conoscenza.

La trattazione si contraddistingue per il tono confidenziale, sobrio e chiaro che invoglierà i più interessati a un approfondimento ma si deve già ritenere esaustiva per comprendere la tematica.

Se avessi più tempo potrei approfondire, tuttavia mi ritengo soddisfatta così. Infatti aver letto le righe di Antonella ha apportato un tassello di conoscenza al mio studio della scrittura creativa.

Senza rendermene conto, il suo testo e un altro che tratta l’arco di trasformazione del personaggio si sono avvicendati e ne ho estrapolato informazioni certamente utili per la mia cassetta degli attrezzi.
Si legge per esempio che, nella già citata introduzione, “Anche il linguaggio agisce sulla formazione del viso,… la pronuncia americana richiede di spingere avanti la mascella.”
Potete immaginare cosa significhi questa osservazione per una persona che immagina mondi futuri? Mi sono bloccata sulla pagina di cui ho condiviso l’estratto suddetto per almeno mezz’ora, lasciando volare l’immaginazione verso civiltà ancora da inventare, situate in un futuro remoto o in universi paralleli, dove la parola o la sua assenza definiscono nuove forme del viso e del corpo.

Chissà se Antonella si sarebbe aspettata questo uso trasversale del suo saggio…

Leggetelo, si tratta di uno dei pochi casi in cui la conoscenza va a braccetto con il calore della condivisione.

A presto.

Romina Braggion   


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