Recensione: Alia Evo 4.0

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Recensione: Alia Evo 4.0

Alia Evo 4.0 è un'antologia di genere fantastico, curata da Silvia Treves e da Massimo Citi e pubblicata, al momento in e-book, da CS libri nell'aprile 2020. Raccoglie quindici racconti che toccano la fantascienza, l'horror, il weird e il fantastico. L'antologia fa parte del progetto ALIA di cui potete trovare un'esaustiva descrizione nella Scheda Autrice di Silvia


Per la fantascienza hanno contribuito Paolo Cavazza con Una notte al Mufant, Antonino Martino con Zombie, Caterina Mortillaro con 21 ottobre, Eugenio Saguatti con Questione di gusti, Silvia Treves con Apprendistato e Davide Zampatori con Eredità. 

L'horror include il racconto di Danilo Arona con Area di servizio sulla Sleepy Hollow Road e Fabio Lastrucci con Scuro, bruciato, miscela arabica.

Tre racconti sono weird: Il consulente dei processi aziendali di Massimiliano Malerba, La grande litigata di Massimo Soumaré e Il travestimento dello scrittore argentino Sergio Gaut Vel Hartman, tradotto qui da Giuliana Acanfora. 

Il fantastico, anche assai particolare, è rappresentato da Massimo Citi con La lente del tempo, da Alberto Costantini con La palude del tempo, da Mario Giorgi con WO-MAN e Consolata Lanza con Memoria piena.

I racconti dell'antologia sono legati dal filo conduttore dell'ambiente chiuso. In alcuni racconti questo tema influenza fortemente il risultato, giocando un ruolo claustrofobico, fondamentale per l'efficacia del risultato finale. 

La curatrice puntualizza un particolare, nella prefazione: i racconti sono stati scritti o progettati molto tempo prima dell'uscita effettiva. Durante la lettura noterete, come me, quanti spunti, quante visioni e quante riflessioni potranno contestualizzarsi con ciò che è avvenuto nel mondo negli ultimi mesi. Così si conferma la capacità di proiezione, e immaginazione del futuro, degli autori che si occupano di fantascienza e fantastico, nello specifico di questi
Per esempio, il racconto di Paolo Cavazza con i suoi scorci su una Torino deserta e rallentata alla moviola, mi ha artigliato per la sua assoluta contemporaneità, lasciandomi una sensazione di angoscioso presagio.
Anche Zombie e 21 ottobre si prestano a questa sensazione. 
Il racconto di Nino Martino, scanzonato e sconcertante secondo il suo stile tipico, fornisce una soluzione alla malattia dell'irrazionalismo di cui è appestata la popolazione.
Infine, 21 ottobre di Caterina Mortillaro mostra una delle conseguenze di un'invasione aliena. Ciò che ne scaturisce è fin troppo plausibile con un'idea di realtà post-apocalittica del nostro mondo inteso sia come sistema naturale, sia come sistema sociale.   

Ecco, il presagio è un'altra peculiarità dell'antologia, senza ombra di dubbio derivata in maniera involontaria ma che emerge in modo quasi fisico durante la lettura.

L'antologia mi ha appassionato nel suo complesso pur se, lo ammetto, non ho letto un racconto, trovandolo poco aderente alla mia idea di piacevolezza di lettura. 
Alcuni racconti mi hanno lasciata decisamente perplessa nel finale o nella prosa in generale, ma alcuni sono particolarmente interessanti.

Segnalo i racconti che mi sono rimasti impressi per una serie di motivi, soprattutto personali, dando per scontati l'innegabile mestiere dell'autore, la sua capacità visionaria e lo stile riconoscibile.

Li elenco secondo l'ordine di comparsa all'interno dell'antologia.
 
La palude del tempo, di Alberto Costantini, è un gioco di specchi e una sorpresa continua, con un buon ritmo e un finale forse classico, ma decisamente intenso.

Ho già citato Zombie. La scrittura e lo stile destabilizzante di Nino mi divertono parecchio pur trattando, nello specifico, un tema che io stessa aborro nella comunicazione. Quindi il mio plauso va alla sua capacità di raccontare con leggerezza temi piuttosto pregnanti.

Il travestimento di Sergio Gaut vel Hartman ha dalla sua una traduzione, a mio parere, molto efficace che rende fluente il dipanarsi della storia. Qui la percezione opprimente e psicotica concorre alla buona riuscita del testo che dona una sensazione di loop con un finale dirompente.

Il consulente dei processi aziendali è un racconto che tiene sospesi fino alla fine, con un ritmo incalzante e un meccanismo poliziesco ben congegnato. Il finale è davvero a sorpresa.

Apprendistato è forse il racconto che preferisco. Se Silvia è così cioè visionaria, prolifica nelle idee, originale, intima ed efficace, devo mettermi il cuore in pace e attendere l'uscita del suo ultimo romanzo.

21 ottobre si dipana, con stile immediato ed efficace, nella narrazione apocalittica, nella SF classica e nell'eco-fiction, fornendo una visione utopica di cui ho sempre più necessità, dopo l'ubriacatura distopica.

Infine Questione di gusti mi ha sbalordito per i temi che sento congeniali e che vorrei provare a trattare. Credo che il cibo sia un nodo su cui lavorare parecchio nella trattazione della narrativa di genere, che sia distopia, utopia, solarpunk o eco-fiction. In questo caso è stato approcciato con originalità e con un punto di vista realistico ma, nello stesso tempo, fornendo un risultato inaspettato.

Per concludere segnalo le introduzioni, a ogni singolo racconto, per mano  del relativo autore. Mi piace leggere qual è stata la genesi, quale il substrato su cui sono maturate le visioni che hanno dato origine a un racconto e, più in generale, un romanzo. Regala un senso di intimità e realismo a un mondo che ci si appresta a conoscere. Trovo sia un valore aggiunto da non sottovalutare nella creazione di qualsiasi opera, allargandosi concettualmente ad ogni ambito artistico. 

Quindi, in definitiva, suggerisco la lettura di questa corposa antologia. Se preferite, attendete qualche settimana l'uscita dell'edizione cartacea.

A presto.
Romina Braggion

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