Segnalazione: Temponauti

Temponauti, antologia AA.VV di Urania, collana Millemondi è stato pubblicato ai primi di luglio 2021. Si tratta di un appuntamento fisso con la fantascienza italiana da tre anni a questa parte, dopo Strani Mondi e Distòpia, e il curatore, Franco Forte, sta già ragionando sulla quarta pubblicazione.

Questa volta, l'antologia mi ha procurato diversi motivi di riflessione quindi, lungi dall'essere una classifica di merito o una recensione, è un modo diverso per parlare di alcuni racconti che mi hanno colpito per i più svariati motivi.

Parto dal primo racconto, scritto da Fabio Aloisio: L'ultima lettera. Ritengo sia il testo che incarna in modo ineccepibile il concetto di viaggio nel tempo e lo fa in modo innovativo e inconsueto.
Particolare dirompente è lo "scarico" su cui è imperniata la narrazione, concetto emblematico di "legge del taglione", di "chi la fa, l'aspetti" o di "occhio per occhio".
Ritengo sarebbe l'unico modo per fare capire, agli odierni predatori umani, cosa significa lasciare ai posteri una montagna di debiti ecologici e catastrofi da gestire. Per me è un racconto notevole proprio per avere generato un'ulteriore riflessione sull'emergenza ambientale. Il racconto lascia in bocca il colore verde acido della vendetta.

"Le parole" di Clelia Farris mescola sapientemente piani storici e fantascientifici con l'elaborazione di un'idea di fondo tenera e commovente.
Al di là della storia, della voce inconfondibile, della tecnica ineccepibile, il testo mi ha appassionato per avere rievocato la memoria di una giovane sfortunata e il periodo storico della 2° Guerra Mondiale.
Cosa sarebbe successo se XXX non fosse morta, a pochi mesi dalla liberazione, nel mattatoio di Bergen-Belsen? Mi piacciono le autrici e gli autori che si prendono cura della memoria e la fanno rivivere con il meccanismo della narrazione. In fondo la SF serve anche a questo, ridare luce e nuove prospettive al passato. Rosa antico, odoroso di gardenia.

Mi piace Flavia Imperi, con "Chronology". La conosco così, attraverso la lettura di un racconto scorrevole e godibile, e sono lieta di averla finalmente incontrata.
Cosa salta all'occhio nel racconto? La caratterizzazione del protagonista, Hector Lee Croce, un mix di cliché, ben utilizzati in questo caso, e richiami a personaggi cinematografici e attori famosi. Croce diventa così la parodia di
Mickey Rourke al termine della carriera, di Vince Vega in Pulp fiction (anche John Travolta, quindi doppio richiamo), di Tom Cruise (fin troppo facile), di Douglas Quaid in Total Recall e molti altri.
Un protagonista parodistico narrato in un'ambientazione parodistica, richiamo esplicito a Scientology e a qualsiasi altra setta/consorteria/lobby.
Ecco il punto interessante: mettere in scena una situazione vera e problematica attraverso il grimaldello della SF.
Imperi riflette, fa una dichiarazione e se ne prende la responsabilità. Mostra lo sciacallaggio emotivo di loschi figuri che approfittano
della creduloneria di persone socialmente, culturalmente e razionalmente deprivate, talvolta ricche e famose, più spesso miserabili e senza speranza. Complimenti per avere usato con efficacia il colore rosso della denuncia sociale.

"Caccia al tesoro" è il racconto di Leonardo Patrignani. Ottimo esempio di narrazione mainstream in cui l'elemento fantascientifico sembra inserito in modo casuale sebbene appropriato. Infatti si tratta di un testo di fantascienza. Oppure no?
Con questo racconto i sostenitori della SF pura e coloro che la leggono senza ammetterlo potrebbero scatenarsi nell'opportunità o meno di applicare etichette e di quale genere.
Suggerisco la lettura, soprattutto agli scrittori che hanno l'ambizione di proporsi e farsi leggere dal grande pubblico continuando a scrivere fantascienza. Il racconto è grigio ardesia, un colore che si abbina a tutto.

"Corpi paralleli", scritto da Giovanna Repetto, è uno spin-off della trilogia del Nastro e mi stimola a iniziarne la lettura appena possibile.
Si tratta del racconto emotivamente più coinvolgente, apprezzato anche
per la voce riconoscibile, la tecnica impeccabile e la narrazione di eventi verosimili accaduti durante la seconda guerra mondiale. Repetto mi ha confidato di avere attinto a vere testimonianze del periodo storico narrato, infatti se ne percepisce il realismo. Così, si dimostra curatrice della memoria e confermo, una volta di più, la mia stima verso di lei. Il racconto è porpora, miscuglio di rosso passionale e rosa affettuoso.

Cosa dire di "Tectiti" racconto di Dario Tonani?
Una buona idea supportata da un'ottima tecnica. Sì, il racconto è ben scritto, bisogna ammetterlo. La narrazione è scorrevole, dinamica, accattivante, comprensibile, efficace, coinvolgente. Vi sembra il minimo per un racconto di fantascienza? Certo lo sarebbe, ma non è affatto scontato trovare mestiere, neppure nei romanzi letterari, a volte nemmeno nei vincitori di premi blasonati. Sono grata a Tonani per avere creato, in Tectiti, ottima fantascienza ben scritta.
Cosa ne farò della lettura? La metto nella cassetta degli attrezzi, come materiale di studio e la dipingo di blu, il colore dell'autorevolezza e dell'equilibrio.

Infine è da segnalare il saggio "Breve, tortuosa storia dei viaggi nel tempo" di Salvatore Proietti, un riassunto delle più importanti opere fantascientifiche sul tema.

Consiglio la lettura dell'antologia.

Ci rileggiamo il prossimo anno con la nuova edizione dell'Urania Millemondi.

Romina Braggion

 





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