Recensione: DiverGender
#diariodierrebi
L'antologia "DiverGender" è stata curata da Caterina Mortillaro e Silvia Treves e pubblicata, nell’ottobre 2019, nella collana Odissea della Delos Digital.
Ho letto questa raccolta dopo l’antologia
“Le Visionarie” e l’antologia “Oltre Venere”. Come immaginavo si è rivelata un’ottima
scelta, sia leggerla, sia l'ordine di lettura.
L’introduzione è necessaria per
comprendere il senso di questi racconti, e ho ritenuto utile rileggere la mia intervista alle curatrici. In questo modo ho avuto una panoramica completa per affrontare
in maniera consapevole i racconti e per collocarli nella giusta dimensione
narrativa.
Quest’opera non è una scampagnata dal punto di vista
concettuale e sarebbe un peccato leggerla in modo superficiale, soprattutto
perché contiene tre saggi forieri di informazioni e riflessioni.
Ecco la sinossi.
Ecco la sinossi.
Il tema del genere è sempre più urgente. La nostra
società si è trasformata negli ultimi decenni. Il movimento femminista, le battaglie
per i diritti civili, l’evoluzione della conoscenza di psicologia, medicina, biologia
e genetica hanno creato numerosi quesiti sulla definizione stessa di genere. Attualmente
se da un lato aumenta l’interesse per le tematiche relative alla corporeità,
all’identità, al transumanesimo e ai diritti LGTBQ+, dall’altro c’è un’opposizione
mirata della diversità e un impegno mirato per mantenere la società in una
schematizzazione strettamente binaria, in cui l’uomo e la donna ricoprono ruoli
distinti e caratterizzati da rapporti di sopraffazione.
I racconti sono di Charlie Jane Anders (tradott* in
maniera impeccabile da Caterina Mortillaro), Rokeya Sakhawat Hossein, Franci
Conforti, Alberto Costantini, Fabio Lastrucci, Nino Martino, M. Caterina
Mortillaro, Giovanna Repetto, Silvia Treves e saggi di Pietro Adamo, M.
Giovanna Cassa e Roberto Kriscak.
Ogni autore ha scandagliato il tema in maniera
estremamente personale creando una raccolta originale e inedita.
Segnalo i racconti che mi hanno colpita più degli
altri.
“Emancipazione” di Caterina Mortillaro è una dichiarazione battagliera e audace celata dallo stile narrativo dell’autrice. Con poesia e romanticismo Caterina sfida il lettore, possibilmente uomo, a entrare nei panni femminili, offrendo gli stessi pregiudizi e ingiustizie, capovolgendoli, che più o meno subisce buona parte della popolazione. Trovo questo racconto molto utile anche alle donne che hanno interiorizzato alcuni atteggiamenti ritenendoli connaturati alla loro femminilità. Il senso è chiaro e inconfutabile e la leggerezza dello stile non scalfisce il messaggio del racconto.
“Emancipazione” di Caterina Mortillaro è una dichiarazione battagliera e audace celata dallo stile narrativo dell’autrice. Con poesia e romanticismo Caterina sfida il lettore, possibilmente uomo, a entrare nei panni femminili, offrendo gli stessi pregiudizi e ingiustizie, capovolgendoli, che più o meno subisce buona parte della popolazione. Trovo questo racconto molto utile anche alle donne che hanno interiorizzato alcuni atteggiamenti ritenendoli connaturati alla loro femminilità. Il senso è chiaro e inconfutabile e la leggerezza dello stile non scalfisce il messaggio del racconto.
“Alta marea” di Silvia Treves è un concentrato di
visioni e concetti e, forse, soffre un po’ l’obbligatoria limitatezza delle
battute. Mi piacerebbe poter leggere tutte le proposte di Silvia in un romanzo,
anzi, immagino si possa creare un mondo che copra un ciclo di libri. Una simile
creazione, che fornisca punti di vista alternativi ai due generi ai quali siamo
obbligati, è necessaria oggi per contrastare le derive, anche intellettuali,
che vorrebbero mantenere la società in una situazione di disparità per il vantaggio
di alcuni a scapito di molti altr*.
“Molti generi molti mondi. L’antropologia e gli
studi di genere” è il saggio dell’antropologa ed educatrice Maria Giovanna
Cassa.
L’analisi illuminante fornita dall’autrice permette di collocare la raccolta nello scaffale dei libri di studio. Anche gli altri due saggi, di Pietro Adamo e Roberto Kriscak, contribuiscono a qualificare DiverGender come strumento utilissimo per immaginare nuovi possibili sviluppi del gender.
L’analisi illuminante fornita dall’autrice permette di collocare la raccolta nello scaffale dei libri di studio. Anche gli altri due saggi, di Pietro Adamo e Roberto Kriscak, contribuiscono a qualificare DiverGender come strumento utilissimo per immaginare nuovi possibili sviluppi del gender.
“La camera dello sposo” di Giovanna Repetto è il
racconto che più di tutti tenta di mostrare al lettore il concetto estremo di
accoglienza. Giovanna, come sempre, riesce in pieno nell’intento di rendere
comprensibile l’alieno e il diverso, raggiungendo con successo l’obiettivo
della raccolta.
“Mechano Gender” di Franci Conforti si interroga su
una società popolata da robot al servizio degli esseri umani. L’autrice fornisce un’originalissima visione del futuro e applica una decostruzione del genere estremamente efficace. Nel frattempo crea un racconto appagante per gli
appassionati più tenaci della SF. Anche in questo caso l'obiettivo della raccolta è stato centrato.
Così confermo nuovamente la mia ammirazione per Francesca.
Così confermo nuovamente la mia ammirazione per Francesca.
“Forse amore è una parola grossa” è la creazione
dell’autrice transgender Charlie Jane Anders. Il racconto è appassionante, geniale
e anche molto divertente. Fornisce l’analisi di una società futura fin troppo
credibile e distopica ma la scelta finale della protagonista offre una soluzione alternativa
a un sistema sociale sclerotizzato.
Sono molto compiaciuta per la scelta di inserire questo testo nella raccolta e il mio plauso va a Caterina per la traduzione. La proposta di soluzioni a uno status quo è ciò che auspico e cerco sempre più nelle mie letture.
Che queste soluzioni arrivino in maggior misura dalla SF mi rende estremamente felice però mi domando se DiverGender potrà avere l'auspicabile diffusione, fregiandosi dell'etichetta "Fantascienza".
A sostegno della mia ammirazione per questa raccolta, inserisco il link a questo articolo, ritenendolo una bella riflessione generale legata a DiverGender.
Sono molto compiaciuta per la scelta di inserire questo testo nella raccolta e il mio plauso va a Caterina per la traduzione. La proposta di soluzioni a uno status quo è ciò che auspico e cerco sempre più nelle mie letture.
Che queste soluzioni arrivino in maggior misura dalla SF mi rende estremamente felice però mi domando se DiverGender potrà avere l'auspicabile diffusione, fregiandosi dell'etichetta "Fantascienza".
A sostegno della mia ammirazione per questa raccolta, inserisco il link a questo articolo, ritenendolo una bella riflessione generale legata a DiverGender.
Naturalmente consiglio la lettura a tutti, anche ai non fantascientisti.
A presto.
Romina Braggion
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