Recensione: Distòpia

#recensione #diariodierrebi

Come lo scorso anno, si ripresenta l'attesa raccolta di scrittrici e scrittori di fantascienza italiana. 

Distòpia, antologia AA.VV di Urania, collana Millemondi è stato pubblicato ai primi di luglio.

Anche per questa antologia è disponibile la colonna sonora.

Ho notato un paio di elementi che caratterizzano alcuni racconti: la menzione di un virus pandemico e/o l'ambientazione virtuale e social nella quale vivono i personaggi. Mi domando se sia stata un'indicazione fornita dal curatore Franco Forte oppure se si tratti di una casualità. A ogni modo, voluta o meno, dà un senso di coesione ai testi. 

Come mia abitudine ho letto subito l'introduzione del curatore e, come secondo passo, il saggio molto accurato di Carmine Treanni. Credo sia stata una scelta saggia la mia, sono entrata in possesso di elementi che mi hanno aiutata a comprendere meglio i racconti. 

Altro elemento da sottolineare è la trovata simpatica del curatore di confezionare introduzioni "alla Asimov" per ogni narratore. Trovo sia un elemento personale che contribuisce ad avvicinare gli autori ai lettori e mi piacerebbe ritrovarla per le prossime edizioni. 

Ultimo elemento da evidenziare è l'opportunità di ampliare la conoscenza preliminare dell'antologia attraverso una video diretta organizzata dal sito Fantascienza.com, una presentazione sui generis perfetta visti i tempi. Suggerisco di vederla a chi ha il pallino, come nel mio caso, di sviscerare ogni fase creativa di un libro, è molto frizzante e non vi annoierete di sicuro. 

Prima di iniziare è doverosa una premessa: avrò cura di segnalare i racconti sul mio podio, conquistato per mio gusto personale. Stile, voce e mestiere sono inconfutabili. 
Segnalo inoltre una percezione: un paio di racconti mi hanno trasmesso una scarsa vitalità nella narrazione, come se l'autore fosse scarico di energia. Forse scrivere durante il lockdown non è stato semplice...

Passo alle mie impressioni.


Hector di Paolo Aresi è un racconto ambientato su Plutone, comincia con una carrellata su una pianura di ghiaccio per continuare in una miniera. Protagonista è Hector un robot da lavoro, minatore. 
La storia in sé ha tutti gli elementi per destare interesse e lo stile è, senza dubbio, riconoscibile e perfetto. 
Mi rincresce quindi constatare che la lettura non mi ha emozionato. 
Ciò non mi impedirà di leggere altro di Aresi, proprio perché le impressioni su questo primo approccio cozzano molto con la fama dell'autore.

Cogito ergo sum di Valeria Barbera mi ha appassionato istantaneamente già dalla prima frase dell'incipit. Mi sono figurata Nonna Marzia come la perfetta bisbetica indomabile e il mio amore per lei e per la nipote ha retto fino all'ultima parola. Si tratta di un racconto che parla di donne, forza e consapevolezza, quindi già tre punti presi per quanto mi riguarda. Inoltre il Nooverse è un mondo virtuale ma estremamente articolato e colorito che approfondirò il prima possibile con "Eroe in prova", già nel mio cassetto. Valeria, la citazione al tuo libro è corretta ? Se così non fosse ti prego di darmi un cenno in modo da correggere. (trovate la risposta di Valeria in fondo, nei commenti)
Questo è uno dei racconti sul podio. 

Ninfe sbranate di Francesca Cavallero racconta un episodio di Artemis, poliziotta di Morjegrad. Gli elementi distopici incidono profondamente il testo che vuole essere un punto di contatto con il suo romanzo vincitore del Premio Urania 2018. 

Ho apprezzato molto uno snellimento della scrittura, pur mantenendo lo stile che, forse, caratterizzerà le prossime opere di Francesca: "Il parassita ibrido che, all'Acropoli rappresenta una specie di elisir di lunga vita, all'improvviso annerisce e vetrifica, caramellando la morte in un riflesso che mi incanta."

Artemis è una protagonista che mi piace molto, determinata pur se fatalista rispetto a un sistema cupo e corrotto che vorrebbe logorarla. Immagino possa farci ancora compagnia perché non ha alcuna intenzione di lasciarsi sopraffare.

L'espediente narrativo di evidenziare le procedure hardware di ripristino della salute cyber/biologica di Artemis è efficacissimo per generare un'immagine molto vivida, quasi cinematografica, dell'incalzare delle azioni. 
Questa procedura narrativa di Francesca mi consente di immaginare la poliziotta trasposta in una serie di Netflix. Sarebbe perfetta. 

Yamapuri di Alberto Cola è ambientato in India e mescola molto fantasy a elementi distopici. 
Detto questo, temo di non essere la lettrice giusta per questi racconti, così non mancherò la lettura di altre opere di questo scrittore per comprendere meglio i suoi mondi. 

Il distillatore di Milena Debenedetti. Ecco un altro racconto che ho piazzato sul podio per lo stile, per la voce, per l'idea di base, cioè la capacità degli ultimi umani di distillare i ricordi e infonderli come shottini di vodka, panacea provvidenziale per sopravvivere in un mondo orrendo
Infatti l'ambientazione è una distopia classica che ricorda vagamente il mondo di Mad Max. Non aggiungo nulla per evitare spoiler 

Sebbene la distopia sia nella fase di declino, all'interno dei miei gusti personali, ho apprezzato davvero molto questo racconto per le suggestioni potenti e il modo originale di narrarle.

Al servizio di un oscuro potere di Giovanni De Matteo è un omaggio a Sergio Altieri che, come citato nell'introduzione di Franco Forte, avrebbe definito questo racconto SF-action
Mi è piaciuto molto per l'azione, gli inseguimenti, un accenno di investigazione, la caritatevole mancanza di stereotipi o cliché.
L'ambientazione è funzionale al ritmo di narrazione quindi è tratteggiata a pennellate vivide ma concise. 
Anche la formazione dei personaggi segue lo stesso stile, sono tridimensionali senza indugiare nell'introspezione tranne che qualche cenno nella trattazione del protagonista.
Si tratta di un valido racconto scorrevole ed è una boccata di ossigeno all'interno di un'antologia che, a volte, ha l'incedere di un trattore Lamborghini.

Negli occhi di chi comanda di Linda De Santi è un racconto realizzato in modo folgorante
I personaggi si muovono in maniera realistica ed estremamente originale all'interno di un mondo dove salute e bellezza virtuali sono fugaci, instabili e raggiungibili attraverso stratagemmi degni di Lisle Von Rhoman
Il rapporto che lega la protagonista all'amica è emblematico di alcune amicizie e si sviluppa in un arco distopico perfettamente riuscito. 
Bellezza a ogni costo è un tema trattato nella cinematografia, nella letteratura, nella scultura, anche nei videogiochi ma l'elaborazione di Linda è davvero memorabile.

La guerra fredda dei mondi di Valerio Evangelisti ha dalla sua la forza di un personaggio indimenticabile e divertente, una squadra di personaggi sballottati tra ruoli di genio e di macchietta e un'idea di base semplice e classica padroneggiata con maestria.
Ho letto raramente racconti fortemente distopici che però riescono a mantenere una leggerezza e un umorismo come in questo di Evangelisti.
Mi sembra quasi inutile sottolinearlo ma ho apprezzato oltre ogni limite lo stile equilibrato e perfetto dell'autore.

Facciamo venerdì di Caterina Mortillaro esamina la tendenza perniciosa, già riscontrabile oggi, di affidare a un algoritmo la propria situazione sentimentale. Di per sé potrebbe forse avere un senso ma quando si mettono di mezzo parti anatomiche governate dagli ormoni, forse il risultato non è così scontato. 
Se poi anche l'Amore chiede pegno, il risultato è uno scostamento irrecuperabile dalla condizione umana ideale. 
La protagonista si mantiene in equilibrio all'interno di un sistema indefinito. 
La sua decisione finale, anziché essere la soluzione migliore tra tutte, mi lascia in bocca un forte sapore di distopica tristezza.

A scrivere distopie di Simonetta Olivo va sul podio, senza ombra di dubbio. 
Il racconto è una cavalcata dissacrante e sarcastica tra le migliori narrazioni delle autrici e autori classici, traendo il massimo dell'ispirazione da "La coscienza di Zeno".
Trovo geniale la trama, il susseguirsi sbocconcellato degli eventi mai troppo veloce e mai troppo lento, l'arco tragico del protagonista fino allo strabiliante finale. 
Per tutta la lettura si pensa: ma questo non è un racconto distopico. 
Abbiate fede, lo è eccome, basta avere la pazienza di arrivare alla fine del testo.

Lilia (un'estate) di Giampietro Stocco è una storia d'amore virtuale o meglio, un'infatuazione del tutto arbitraria che ricorda il modus operandi di un adolescente alle prese con le prime farfalle nello stomaco. 
Però il protagonista è un uomo di mezza età abituato a giocare sporco con i sentimenti degli altri e a non comprendere i suoi. 
Chissà perché ho sperato in un finale diverso ma, senza dubbio, quello pensato dall'autore è uno dei migliori per definire il racconto una buona distopia.

Tranne la pelle di Nicoletta Vallorani è un altro racconto sul podio e uno dei pochi che mi ha impegnato nella sottolineatura di passaggi, concetti, suggestioni.
Cit.: "Maestri della distruzione. La mascheriamo con ideologie complicate, tutte costruite su un unico mantra: veniamo a portarvi civiltà, a voi bestie. ... Va avanti da talmente tanto tempo che quasi ci crediamo, al mantra coloniale. Finché non troveremo qualcosa che ci distrugga a nostra volta."
Oltre a ciò il testo resterà nel mio cuore per essere una rappresentazione di due istanze per me improcrastinabili e Nicoletta, ne sono persuasa, le padroneggia in maniera eccellente. Evito di condividerle con voi per evitare di spoilerare troppo ma chi mi conosce bene, durante la lettura, comprenderà a cosa mi riferisco.

C'è molta maestria nella narrazione, molta inventiva nella proposta di concetti semplici eppure potenti, molto mestiere nell'uso efficace e felice di espedienti narrativi mirati allo stupore.
Per esempio il nome dei personaggi non è mai citato, sono ectoplasmi con ruoli definiti ma identità incerte. Anche la protagonista sembra subire la stessa sorte ma, a un certo punto della narrazione, le viene concessa consapevolezza e nome. Tutti gli altri restano pecore all'interno di un gregge e non meritano di essere nominati.

Il racconto continua a salire sempre più fino a una conclusione quasi epica e chissà perché mi ricorda una scena di un film di Totò "I due colonnelli": lui è davanti a un farsesco tribunale nazista che lo vuole giustiziare per non aver rispettato l'ordine di bombardare un paesino. 
“Sono io che non posso permettere questa buffonata di processo! Dovevo sparare su un paese inerme non l’ho fatto e con ciò? Pago di persona. A quest’ora avrei sulla coscienza: la fidanzata di Mazzetta, il figlio di Fantini, senza contare il colonnello Anderson, che da nemico, lui! mi ha salvato la vita, mentre voi da alleati me la volete togliere. E prendetevela questo schifo di vita se ci tenete tanto… sciacalli!”.
La citazione è trasversalmente rappresentativa del racconto di Nicoletta ma di sicuro lo è nella potenza della scena, lo leggerete voi stessi.

Seocrazia di Andrea Viscusi termina l'antologia ed è, tra tutti, il racconto più stupefacente e l'ultimo a salire sul podio.
Confesso di aver provato una sensazione costante di ansia, durante la lettura, forse perché maneggio tutti i giorni i maledetti stratagemmi social che contribuiscono al ranking di un brand. (Ohimé) 
Lo ammetto, ho il nervo scoperto, usare un mezzo non presuppone di accettarlo serenamente.

Il mondo pensato è originale proprio perché affonda profondamente le sue radici nel presente ma svela conseguenze estreme e fin troppo realistiche.

Kimbo, Nivea, Nutella sono alcuni nomi di personaggi, in carne e ossa. Infatti cito: "I nomatotlos capiscono la potenza del momento e freezano il tutto in una instory: #motivational #speech #incen @Kimbo." 

Riuscite a immaginare l'energia visionaria che sta alla base di questa distopia?

Consiglio vivamente la lettura anche se temo che non troverete più l'edizione cartacea. Se non l'avete prenotata in edicola, alla fine di giugno, non vi resta che leggere l'e-book.

A presto.
Romina Braggion


 




 

Commenti

Recenso ha detto…
Grazie per aver letto e apprezzato Cogito Ergo Sum, Romina. Sono davvero felice di saperlo.
Rispondo alle tue domande.
- Quando il curatore mi ha contattata mi ha solo detto che il tema dell'antologia sarebbe stata la distopia. Poi ho scritto quello che mi sentivo. Cogito Ergo Sum era già in forma di soggetto nel mio PC da un bel po' di tempo, l'ho semplicemente "aggiornato".

- Per quanto riguarda il Nooverse: il Nooverse è l'universo narrativo che ho creato nel 2012 (comparso nelle pubblicazioni a partire dal 2013) ed è l'universo della coscienza collettiva: la noosfera teorizzata da Theilard de Chardin, che io ho riversionato a modo mio.

Nel mio Nooverse ci sono tre parti: il mondo della materia - il nostro - quello del pensiero e quello virtuale.
In Cogito Ergo Sum vediamo l'universo virtuale.

"Eroe in prova", invece, è ambientato nel nostro secolo, prima delle scoperte di Lara, quindi la parte "virtuale" del Nooverse non esiste ancora e Gianluca si muove nella noosfera vera e propria, ancora sconosciuta ai suoi tempi. Lui farà altre scoperte molto importanti.

Poi ci sono altri racconti del Nooverse: ne "Il labirinto dell'eros" contenuto nell'antologia Kipple "Hai trovato orgasmi nel collettore quantico?" , per esempio, siamo nella seconda metà del ventunesimo secolo, molto prima degli eventi di Cogito Ergo Sum, siamo nel mondo della materia ma vediamo la coscienza collettiva in azione e la rete delle menti non virtuale...

Comunque sono tutte storie indipendenti fra loro, quindi si leggono senza problemi.

Insomma, il Nooverse è vasto :) Spero di non averti confuso le idee.

Grazie ancora per il tuo riscontro su Cogito Ergo Sum. Un abbraccio ^_^
diario di errebi ha detto…
Grazie Valeria per il tuo commento.