Recensione a Fai rumore. Nove storie per osare

"Fai rumore" è l'antologia di nove storie a fumetti, pubblicata da Editrice Il Castoro

Fai rumore Editrice Il Castoro

Il libro è stato ideato in collaborazione con il Collettivo Moleste; la copertina è di Grazia La Padula; la prefazione di Jennifer Guerra; il target sono persone adolescenti dai 12/14 anni 

Le storie, tutte di 15 tavole, sono:
  1. Un viso da bambino di Anna Cercignano
  2. Sabrina di Eleonora Antonioni
  3. Scrivimi quando arrivi di Maurizia Rubino
  4. Due di una Francesca Torre e La Tram, nome d'arte di Margherita Tramutoli
  5. La cosa giusta di Lucia Biagi
  6. La felpa gialla di Vega Guerrieri e Caterina Ferrante
  7. Con cura di Laura Guglielmo
  8. Sotto pressione di Davide Costa e Elisa2B, nome d'arte di Elisa Beli Borrelli
  9. Ascoltami di Carmen Guasco, Marta Macolino, Alessia De Sio

In merito al Collettivo Moleste si è costituito nel 2020 ed è formato da autrici, disegnatrici, coloriste, giornaliste e altre categorie di lavoratrici decise a «organizzarsi e di eleggere la solidarietà e l’autodeterminazione come valori, in aperta opposizione alla mascolinità tossica che ha inquinato troppe volte le dinamiche professionali, amatoriali e didattiche del fumetto italiano».
Il Collettivo non è solo un gruppo di ascolto, di aiuto, di denuncia e di raccolta di testimonianze, ma anche un luogo di riflessione, «un laboratorio in cui iniziare a immaginare un ambiente più paritario e più inclusivo, in cui la professionalità sia realmente riconosciuta a tutti i livelli».



La recensione inizia con i complimenti alla casa editrice Il Castoro per la dichiarazione di responsabilità e per essersi situata in una posizione ben precisa rispetto a un meccanismo sistemico di potere così radicato da essere sottovalutato e allo stesso tempo via via potenziato dalla svalutazione stessa.
La molestia, in quanto pratica quotidiana e globale, non è un atto superficiale, né privo di senso, né privo di conseguenze, né goliardia, né divertimento. Non lo è per chi la subisce, certo, e non lo è nemmeno per chi la mette in pratica, se ci si ferma a riflettere.


Si sentiva la necessità di un'antologia a fumetti dedicata alle molestie. Se catcalling, gaslighting, slut shaming, bodyshaming e altri termini inglesi possono essere sconosciuti, la trasposizione dei significati su un media facilmente comprensibile 
aз adolescenti rappresenta la soluzione al problema.

Conoscere le parole e vedere rappresentata una molestia concorre alla comprensione della negatività intrinseca di una situazione che si sta vivendo.

Parole e immagini, in questa antologia, hanno la capacità di evocare il disagio taciuto per una sostanziale ignoranza dei propri diritti e dei limiti invalicabili che circondano il nostro spazio vitale.

Dodici, tredici, quattordici anni sono età fragili, l'esperienza manca come è naturale, ma gli stimoli a vivere possono portare a navigare in acque minacciose senza strumentazione.
L'antologia rappresenta una bussola per un facile orientamento e anche una carta nautica da interpretare per ottenere i propri personalissimi significati.
Infatti ho notato, in alcune storie, un finale aperto o che 
з lettorз possono riscrivere secondo le proprie sensazioni, necessità, propensioni.

Non ci sono didascalici finali, indicazioni o massime sagge da seguire

La molestia viene mostrata e sviscerata, è compito di chi legge trovare una soluzione con la sola certezza della solidarietà e dell'aiuto nella rete di contatti che ogni persona ha intorno in modo naturale, basta cercare. 
A tal riguardo Guerra scrive: "per uscire dalla violenza, sia quella di una relazione o quello schema mentale che ci impedisce di immaginarci libere, serve un enorme sforzo di volontà. Ma ecco che, una volta compiuto il primo passo, ci rendiamo conto che non siamo sole e non lo saremo mai. Avremo sempre le nostre sorelle a camminarci a fianco".

Se chi legge è adolescente, sarà quasi inevitabile un supporto per la comprensione della portata concettuale della presentazione. 

Jennifer Guerra introduce concetti fisiologicamente femminili ma potenzialmente universali attraverso la lente filosofica di un femminismo leggero, propositivo, amicale, sebbene pregnante, come si addice al target di riferimento. 

Alla potenza dei contenuti si affianca il mestiere di chi pratica il fumetto con passione oltre che per professione.
Ho amato ogni tavola con i suoi tratti caratteristici e i colori scelti dall'autrice.
Mi sono persa letteralmente in un mondo di colore.

Fatico a trovare una storia o un tratto artistico preferito tra quelli proposti.
Però sottolineo una storia che ha toccato alcuni nervi scoperti non per il soggetto in se, bensì per l'interpretazione che ne ho dato, per le emozioni che le vignette delle due tavole hanno evocato in me: "Due di una" di Francesca Romana Torre e La Tram

Fai Rumore, storia Due di una

Si dice che una storia venga riscritta da chi la legge. Proprio queste vignette hanno consentito parallelismi con una realtà nascosta e indomabile con la quale devo trovare accordi ogni giorno.

Le storie non sono solo di chi le scrive ma soprattutto di chi le legge.
In particolare i finali
si possono e si devono completare o ridefinire. 
Proprio per questo e per concludere vorrei citare un appello di Joanna Russ - lo evidenzio in grassetto -, segnalato da Nicoletta Vallorani nella sua postafazione al saggio Vietato scrivere: (cit. pp. 251/252) 

In questo contesto,  (tematiche del corpo della donna) mi interessano i profili visibili, le portavoci, ma ancora di più chi non compare, chi nell'ombra costruisce, con un movimento collettivo, una riscritta genealogia femminile. Così penso che questo libro sia soprattutto per loro, e per le donne che devono ancora studiare, capire che parte hanno nel mondo, e rendersi conto che questa parte o è attiva o non esiste.  
Sono le persone cui spetta il compito di sostituire la dicotomia con il gomitolo, il rizoma, la forma della complessità  che trova un suo compimento nella costruzione di alleanze solidali. Jeanette Winterson, da qualche parte, scrive che ogni storia è una corda tesa tra due mondi. E nella home page di Rete Jin Italia è riportato l'appello per l'8 marzo della KJK nel quale tra l'altro si legge: Non lottiamo le une separate dalle altre, lottiamo insieme.
Russ lo chiede già nel 1983 quando, arrivata all'ultima pagina del suo pamphlet, si accorge che non sa come concluderlo e dunque lo affida alle donne:" You finish it".
Scrivetelo voi.

Ritengo si tratti di una chiusa che racchiude e riassume parte dello spirito contenuto in questa antologia che consiglio a tutti, non solo aglз adolescenti.

A presto

Romina Braggion

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