Recensione: Primo contatto, Urania

Luglio è diventato il mese dell'appuntamento annuale con la fantascienza italiana. Infatti dal 6 luglio è disponibile Primo contatto, antologia AA.VV di Urania, numero celebrativo del 70° anniversario della nascita della collana Mondadori. 

Negli anni passati ho prodotto recensioni e abbinamenti musicali alle diverse uscite: Strani Mondi, Distòpia, Temponauti.

Invece quest'anno evito per un motivo molto semplice: mi piace la pallacanestro.

Mio figlio ha giocato per molti anni in una squadra di basket ma, dal momento che l'altezza si prende dal padre - così dice la genetica - il suo destino, fuori dall'agonismo, era già scritto.

Comunque sono stati anni emozionanti e formativi: lui ha imparato moltissimo e pure io, madre e sostenitrice instancabile e dall'ugola potente.

Nella pallacanestro lo spirito di squadra si percepisce vigoroso, appassionante, a tratti commovente.
I ragazzi e il coach sono uniti sul campo come una sola persona, un solo cuore, una sola anima.
Le magagne si sviscerano negli spogliatoi, lontano dagli occhi e dalle orecchie di tutto il resto del mondo. 

Nel basket mantenere vivo lo spirito di squadra è una regola al pari di tutte le altre, tacita e ufficiosa ma altrettanto rigida.
Chi frequenta i campi di gioco sa bene a cosa mi riferisco poiché, a dire il vero, nemmeno i supporters sono esenti dallo spirito di squadra.

Quindi, dopo anni di passione e fervore, anch'io ho ben chiaro cosa sia questo spirito. Le magagne nello spogliatoio, se ve ne sono.

Grazie a Franco Forte sono entrata a far parte di una squadra, ne sono lieta e orgogliosa. La squadra è composta dai giocatori, dal coach, da due allenatori e dalla società e non è mia intenzione far sapere i cavoli nostri al resto del mondo oppure ciò che penso dei giocatori e degli allenatori per alimentare pettegolezzi da tifoseria avversaria.
Lo spirito di squadra è il sostegno indefesso verso tutti i componenti, la comprensione, nel caso limite un neutro silenzio. No autolesionismo, no sotterfugi, no doppiogioco.

Ho già scritto in privato, nello spogliatoio, a chi mi sembrava doveroso. Scriverò ancora. 

Questo è il massimo che sento di esternare sull'antologia Millemondi Urania del settantesimo.

A presto

Romina Braggion


 

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