Donne e fantastico di Giuliana Misserville

"Donne e fantastico, narrativa oltre i generi" è un saggio snello ma denso scritto da Giuliana Misserville e pubblicato da Mimesis nella collana DeGenere.



Consta di 126 pagine, bibliografia inclusa e si sviluppa in:
  • Prefazione di Loredana Lipperini
  • Introduzione
  • Le di lei "Terre di Mezzo"
  • La scelta del fantastico: Chiara Palazzolo
  • Tempo postumano: Nicoletta Vallorani
  • Corpi che contano: Nadia Tarantini
  • Il perturbante materno: Viola di Grado
  • La parola per mondo è foresta: Laura Pugno
  • Immagino quindi sono: Loredana Lipperini
  • Conclusioni
  • Ringraziamenti
  • Bibliografia (vasta, N.d.R.)
  • Indice dei nomi
Il saggio è un esercizio concettuale che sviscera in modo esaustivo le tematiche affrontate attraverso la lente d'ingrandimento del genere fantastico in ogni sua declinazione.

Scrive Lipperini nella prefazione: "Come dovremmo ringraziarla tutte (ringraziare Giuliana Misserville, N.d.R) noi autrici che, per dirla con Le Guin, desideriamo rovesciare la caraffa del tè, e del realismo, che vorrebbero impararci a servire. E, a volte, desideriamo rovesciare anche il tavolo" ( Loredana Lipperini, Donne e fantastico, p. 11)
Le autrici esaminate, e la stessa Misserville, rovesciano vasellame e mobili, schifano l'apparecchiatura realistica imposta dal canone e si inseriscono, con mirata consapevolezza, all'interno di un genere ritenuto, fino a pochi anni fa, minore o meno rilevante rispetto alla letteratura alta.
Dice Le Guin: "Mi ci vollero degli anni per rendermi conto d'aver scelto di lavorare in generi disprezzati e marginali come fantascienza, fantasy e narrativa per adolescenti, esattamente perché essi erano esclusi dal controllo della critica, dell'accademia, della tradizione letteraria e consentivano all'artista di essere libero." (Lipperini, ibid., p. 10)

Così, se Le Guin decide, in base a una costrizione, di orientare le sue parole verso il fantastico, (vedere il capitolo Reazioni in Vietato Scrivere, N.d.R.), le autrici creano ai margini con la certezza che solo nella periferia è possibile oltrepassare i limiti del realismo e addentrarsi nella letteratura di speculazione. Di conseguenza usano elementi di fantasia, "fantastici", per esaminare problematiche reali e proporre moniti, letture inconsuete e irreali, alternative inaspettate e irricevibili dalla letteratura canonica.

Travalicare il realismo è la necessità messa in luce attraverso l'utilizzo di due concetti chiave: corpi e memoria, o anche, memoria dei corpi, attraverso i quali dipanare argomenti, smembrare pregiudizi, tessere alleanze tra donne.
Un libro scritto da un'autrice, che narra di autrici (ultimamente mi sto ripetendo), mediante il contributo di altre autrici ancora, e anche di qualche autore. 

Ho visto un panel, lo scorso fine settimana, presso il canale FB del Giardino dei ciliegi. Giuliana Misserville e Giulia Abbate si sono incontrate online a parlare di steccati nella fantascienza. 
Ho subito trovato un'analogia con la scrittura delle donne e provo rammarico, ma comprendo il ragionamento, dell'idiosincrasia di alcune scrittrici nell'essere enfatizzate per il loro lato femminile, all'interno della scrittura. La condivisione di spazi chiusi ma aperti verso la realtà universale non mi sembra un ghetto bensì un luogo protetto dove ritrovarsi, discutere, creare in santa pace. 
Ecco, questo saggio è un luogo protetto, un luogo di azione, reazione e proposizione, fuori dal canone e dai giudizi viziati da secoli di censura e mistificazioni, un luogo di formazione di nuovi paradigmi accoglienti e includenti. 

Il saggio è anche uno strumento didattico per lettrici forti che vogliono approfondire tematiche letterarie specifiche o comprendere meglio le sfaccettature della scrittura delle loro beniamine.
Soprattutto è un efficace menabò concettuale per scrittrici poiché Misserville riesce a collegare le sei autrici esaminate con una pletora di altre colleghe, in una tessitura di trame che moltiplica esponenzialmente il peso specifico dell'opera per ogni voce bibliografica e citazione. 

Qual è secondo me il valore aggiunto del saggio? Il linguaggio.
Misserville comunica in modo diretto e comprensibile, tralascia il lessico da iniziate che alcune ricercatrici, saggiste, pensatrici utilizzano
, loro sì, per chiudersi nella torre d'avorio del sapere esclusivo.
Il testo è caratterizzato da semplicità dei lemmi e pregnanza dei concetti. Per quanto mi riguarda, meno è meglio di troppo, dove troppo impone un vampiresco esborso di tempo per leggere parole superflue. Se un concetto si può esprimere in dieci vocaboli, inutile infiocchettare la frase di barocchismi come una piazza siracusana.

Di questo testo, come Lipperini, sono grata a Misserville. Ho poco tempo da dedicare allo studio della scrittura e di ciò che può contribuire ad arricchirla, non essendo agiata devo finalizzare ogni minuto della mia vita privata, extra lavoro e impegni familiari, verso i miei obiettivi.
Scrivere narrativa, almeno degna di essere letta, è uno di questi e Misserville, con Donne e fantastico, è stata di proficuo supporto.

A presto.
Romina Braggion


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