"La prima frontiera" antologia a cura di Sandro Battisti

#diariodierrebi La paura possiede un linguaggio universale? Come possiamo stabilirlo se la evitiamo poiché abbiamo paura di aver paura?

Da uno dei fondatori del movimento letterario Connettivista, Sandro Battisti, è stata curata l'antologia "La prima frontiera". 

Photo credit by: Kipple Officina Libraria

Al momento della stesura di questa intervista - 27/09/10 - non ci sono fonti che possano dipanare il mistero relativo al tema della raccolta. In realtà qualcosa credo di aver capito e proprio per questo, con la curiosità di un primate, ho chiesto a Sandro di scambiare quattro chiacchiere. Le sue risposte mi hanno confermato la voglia di leggere la sua creatura. Mi auguro che sia lo stesso per voi. 


Ciao Sandro, benvenuto nel mio blog “Diario di ErreBi”, sono davvero lieta di ospitarti.
Sei il curatore di “La prima frontiera" che uscirà per Kipple Officina Libraria. In merito all’antologia ho trovato solo le informazioni che hai fornito tu sul tuo profilo Facebook: ventuno autrici e autori esplorano le ambientazioni weird da un punto di vista "altro", non umano, oltre le dimensioni del conosciuto.
Cosa può spaventare l'inumano, lo strano, il diverso?

Allora, la traccia mi incuriosisce, ma è così labile. Non comprendo quale bestia devo cacciare e da quale mi devo difendere...  Ho cercato di entrare nello spirito dell’opera ma, a parte gli scherzi, 
R. vorrei comprendere perché un lettore dovrebbe leggere “La prima frontiera”. Così anche tu, con la mia prima domanda rodata, sei stato battezzato dalla bestia nera dell’intervista.
S. Ciao Romina, grazie intanto per avermi ospitato qui, onorato davvero.

Per tornare all’antologia La prima frontiera, posso spiegare meglio incollando lo strillo che la casa editrice ha approntato in questi giorni per l’opera:

Ventuno racconti del Fantastico esplorano, con forza e fascino, cosa può accadere nei mondi lontani dall'umano, dove regna l’inumano, lo strano, il diverso.

In altre parole mi sono posto sul limite estremo dell’umano, sulla frontiera delle nostre stesse esistenze, e mi sono domandato cosa potrebbe inquietare ciò che inquieta noi: le energie inumane hanno anch’esse qualcosa di paragonabili ai nostri sentimenti? Ha senso per loro aver paura? Qual è il significato di trascendenza in quei territori psichici e dimensionali che per noi rappresentano il concetto stesso di trascendenza?
È un discorso antitetico all’antropocentrismo quello che ho improntato, gli umani sono così pieni di sé da ritenersi la razza superiore di tutto l’universo; probabilmente non è così, lo spazio siderale è lì a ricordarcelo, la Fisica è lì a segnalarcelo, le infinite rifrazioni quantiche dell’estremamente piccolo c’insegnano a dubitare di noi stessi, e Lovecraft ha minato la nostra superiorità positivista incastonandola in un contesto terrificante, dove energie talmente antiche da aver trasceso il concetto di tempo e di dimensione irrompono nel nostro piano reale e ne dispongono a piacimento, così come fanno con noi semplici esseri viventi tridimensionali, biologici, tutt’altro che provvisti di spiccati sensi psichici…
E allora, mi sono chiesto, questi esseri terribili, avranno mai paura? Si sorprenderanno? Nella loro vita a tredici dimensioni cosa penseranno, cosa faranno, sogneranno a loro volta di trascendere?
Questi temi sono personali, li sto sviluppando da anni, e a un certo punto mi sono chiesto se fossi soltanto io a setacciare questo particolare anti/antropocentrismo o se, magari, qualcun altro stava sperimentando qualcosa di simile; o se, magari, autori che normalmente non percorrono tali sentieri erano disposti a mettersi in gioco e a fare il passo verso l’abisso inesplorato.
Ecco, La prima frontiera ha questo senso, ed è un approccio liminare, è soltanto l’inizio… 
Ovviamente, alcuni autori sono rimasti stupiti dal tema, hanno faticato un po’ a entrarci; altri invece hanno recepito subito il messaggio e altri ancora hanno deciso che per qualche motivo non potevano o volevano passeggiare su quel confine; tutti, però, sono rimasti affascinati da quel bagliore oscuro che da un altrove balugina verso il nostro mondo, e chissà se lo strano weird avrà ancora bisogno in futuro di ogni singolo artista qui coinvolto, e se questi saranno stati irrimediabilmente contaminati dal meme.

R. Quale tipo di lettore potrebbe apprezzare di più l’antologia?
S. Per l’appunto, un tipo di lettore che voglia sondare l’inesplorato, i territori dove l’umanità non può esistere, i luoghi dove è richiesta una spiccata sensibilità psichica delle matematiche inumane, dove concatenazioni o nidificazioni di dimensioni sono inesplorabili dai nostri sensi e ragionamenti; cerco personalità che non abbiano timore di sentirsi dei pionieri e che, anzi, considerino questa ricerca come una tensione irrinunciabile dell’esistenza. L’antologia è per chi pensa che bisogna andare oltre Lovecraft e scoprire, sul lato inumano degli universi, cosa succede in quei luoghi psichici frattalizzati.

RImmagino tu abbia fornito ai tuoi autori un’indicazione per la creazione dei racconti. Posso sapere di che si tratta?
S. Gli autori selezionati hanno ricevuto in mail questo abstract:
“Sarà un'antologia di inedite visioni weird viste da un'ottica aliena, siderale, pregne di una matematica a noi estranea. Significa vedere lo strano da un altro punto di vista, come stare oltre una delle tante cortine possibili. Significa terrificarsi delle connessioni che spuntano dalle eccezioni dimensionali dei mondi diversi, nuovi, mai esplorati dalla postumanità; fantasmi di un futuro ignoto usciranno dalle esplorazioni mentali e fisiche dei pionieri, dei cittadini dei nuovi mondi siderali.
Quali ombre si paleseranno? La nuova densità delle mappe aliene quali implicazioni comporterà? Il respiro cosmopolita delle velocità prossime alla luce quali bizzarrie interpretative genererà?
Lasciamo evaporare le tracce del tangibile e annusiamo la paura dello sconosciuto, perdiamoci nelle lande siderali dei nuovi abissi: saremo più vicini a inediti pantheon di corruzione incarnata?"

Ovviamente, questa traccia serviva soltanto a generare domande, anche del tipo “Cosa vuol dire esattamente?”; ma a quel punto la trappola era già scattata, e molti vi sono rimasti impigliati…

R. Ventun autori all’opera sono tanti. Hai posto dei vincoli di lunghezza o di altro tipo? Inoltre, cosa comporta a livello pratico, organizzare il lavoro dei narratori e renderlo fruibile per il lettore? Mi sembra una gran faticaccia!
S. Ho ovviamente posto dei vincoli di lunghezza. Il fatto è che mi piaceva l’idea di misurarmi sull’argomento con più voci, volevo scrittori SF e weird, autori e autrici, star del Fantastico ed esordienti, amici di comprovata esperienza e capacità nonché sensibilità; per cui la lista cresceva ogni giorno e diveniva sempre più chiaro che il limite per ogni racconto doveva essere fissato su 15.000 battute. Ciò implicava che i contributi dovevano essere molto mirati, quasi una poesia più che un racconto, per cui la densità e il peso delle parole doveva essere molto efficace; c’è stato chi è andato oltre, ovviamente, ma anche chi è rimasto al di sotto del limite, ed essendo un tema direi inedito nel campo editoriale nostrano (e forse anche estero), l’argomento volevo avesse uno sviluppo non troppo impegnativo: la trama non era così importante come l’effetto, la sorpresa, il wondering suscitato. Volevo un colpo ferale allo stomaco psichico, inferto da artisti in grado di calarsi nelle grotte dimensionali e capaci di illustrarle, più che di raccontarle. Sono molto soddisfatto del risultato, e anche l’editore lo è.
Approfitto per elencare in ordine sparso i partecipanti all'opera: Luigi Musolino, Alessandro Forlani, PeeGee Daniel, Mario Gazzola, Giovanna Repetto, Lukha B. Kremo, Uduvicio Atanagi, Domenico Mastrapasqua, Irene Drago, Roberto Furlani, Giovanni De Matteo, Matt Briar, Federica Leonardi, Alex Tonelli, Maico Morellini, Linda De Santi, Marco Milani, Marco Moretti, Ksenja Laginja. Accanto a questi grandi nomi della narrativa fantastica italiana, sono presenti due guest star eccezionali: Danilo Arona e Bruce Sterling (nella traduzione di Salvatore Proietti). La copertina è a cura di Ksenja Laginja.

R. Come hai gestito ventuno racconti che hanno portato una moltitudine di spunti, visioni, riflessioni, rivelazioni? Immagino tu abbia dovuto prenderti un Moment a un certo punto…
S. Normalmente non lascio le cose ferme nell’attesa di un momento propizio: i racconti sono arrivati alla chetichella e nello stesso ordine di arrivo li ho editati; come dicevo, per alcuni autori ho dovuto lavorare a lungo per chiarire in primis cosa volevo, e poi per portarli sulla strada desiderata. Altri, invece, dopo aver rimuginato sull’idea, sono stati subito in grado di fornire la traccia giusta. Ma nessuno, dico nessuno, mi ha dato grossi grattacapi; all’inizio ho pensato che mi stavo per cacciare in un terribile percorso a ostacoli, e invece in soli quattro mesi ho elaborato tutto il materiale.

R. Ho letto il Manifesto del Connettivismo e proprio per questa mia curiosità verso il movimento, lessi qualche tempo fa l’antologia “Ne-xt Stream, visioni di realtà contigue”, apprezzandola moltissimo.
Ritieni che l’antologia da te curata condivida gli intenti del Connettivismo offrendo un testo non facilmente classificabile?
S. Fin dall’inizio, lo scopo del Movimento è stato esplorare ogni aspetto dello scibile umano e non (tecnologie, Fisiche e Filosofie varie annesse); le interazioni tra questi mondi ci hanno sempre enormemente intrigato e da subito abbiamo cercato di rimappare i territori in cui ci sentivamo immersi – ciò avviene da tre lustri a questa parte, e l’antologia è nata proprio per celebrare quest’anniversario. Certo, in tutti questi anni ci siamo mossi su ogni territorio possibile, non credo che ne abbiamo risparmiato qualcuno; NeXT-Stream stessa è un’esplorazione addirittura del mainstream, che è quanto di più opposto ci sia al Fantastico e alla letteratura di genere, eppure anche lì siamo stati in grado di dire la nostra.
Quello che più mi preme di far notare, però, è che sia NeXT-Stream che La prima frontiera non sono lavori strettamente connettivisti, nel senso che vi hanno partecipato non solo alcuni aderenti al collettivo, ma anche autori che non ne fanno parte: è la sensibilità mostrata dall’ensemble coinvolto che è invece interessante, è il metodo usato per creare che risalta su tutto, un po’ come avviene per Kipple Officina Libraria, che è una casa editrice di connettivisti che non pubblica solo il Movimento, ma spesso si affaccia sull’intero mondo letterario e, con metodo connettivista, apprezza autori che nulla hanno di connettivo. Direi che all’interno del Movimento abbiamo abbandonato da tempo l’autarchia…

R. Parliamo un po’ di te. Preferisci il mestiere dello scrittore o del curatore?
S. Dipende. Mi stufo nel fare sempre le stesse cose, voglio sperimentare. Tra curatela, articoli, recensioni, narrativa, lavoro da editor in Kipple, poesia, organizzazioni di eventi, performance, passioni musicali, direi che ho diversificato parecchio gli obiettivi, non ho tempo di annoiarmi.

R. Ho notato che alcune antologie contengono anche un’opera del curatore, altre no. Tu hai scelto di escluderti dalla rosa degli autori. Perché?
S. Perché volevo fosse un’opera corale di chi vede l’inumano con la sua esclusiva ottica. Ho desiderato fare il direttore d’orchestra, non il musicista, in questo caso mi sembrava l’atteggiamento giusto.

R. Termino con l’altra domanda di rito: quale suggerimento vuoi dare a chi pensa di intraprendere l’hobby della scrittura e magari aspira anche a farsi leggere da qualcuno oltre che da parenti e amici?
S. Credo che ogni autore abbia la sua ricetta magica. Per come la vedo io, l’arte è un fuoco sacro che ti brucia dentro, devi provarlo e, una volta percepito, non puoi più farne a meno. È qualcosa che dominerà la tua vita, la tua stessa energia: è surrealtà e trascendenza.
Se si pensa di avere qualcosa da dire, allora non bisogna fare altro che scrivere, farsi leggere e frequentare il mondo letterario: se si è capaci, arrivare a qualche traguardo sarà soltanto una questione di tempo, e non sarà certo una scuola di scrittura a donarvi il talento (fare l’editing ad altri autori, per esempio, può far crescere di molto la vostra capacità di narrare efficacemente; ovviamente, leggere molto è indispensabile).
Siate, quello sì, originali. In tutto.

Sandro grazie davvero per la tua disponibilità. Ci incontreremo a Stranimondi così potrò vedere la copertina dell’antologia. Chissà cosa avrà creato Ksenja Laginja, alle prese anche con un racconto. Sono curiosissima ;D

Grazie infinite a te, è stato un piacere chiacchierare su temi inusuali; ci vediamo a StraniMondi, of course! A presto!

"L' esordio di Sandro Battisti è del 1993, con il racconto Il gioco, pubblicato da Stampa Alternativa.

Tra i primi blogger attivi in Italia, noto in rete con lo pseudonimo di "Zoon", nel 2004 è stato uno dei fondatori del movimento letterario connettivista.
A partire dal 2005 si è dedicato allo sviluppo di uno scenario comune a molti suoi lavori successivi, noto come "Impero Connettivo" (uno Stato modellato sull'esempio dell'Impero romano il cui il dominio si estende su spazio e tempo, governato da una stirpe di alieni semi-eterni), dapprima con racconti apparsi inizialmente su NeXT, la fanzine del movimento di cui ha assunto anche la direzione, e con il fumetto Florian, successivamente in più romanzi, tra cui spiccano: PtaxGhu6, scritto in collaborazione con Marco Milani (2010), Olonomico (2012) e L'impero restaurato (2015), con cui vince il Premio Urania (ex aequo con Bloodbusters di Francesco Verso) e il Premio Vegetti 2017. Nel 2018 pubblica Punico, seguito de L'impero restaurato, nel 2019 è tra gli autori del MilleMondi Urania intitolato Strani Mondi.
Suoi racconti sono stati pubblicati nelle antologie Noir no War (a cura di Alda Teodorani e Marco Milani), Supernova Express (a cura di Giovanni De Matteo e Marco Zolin), Frammenti di una rosa quantica (a cura di Lukha B. Kremo), Notturno alieno e Terra Promessa (entrambe a cura di Gian Filippo Pizzo), The origins (a cura di Marco Milani), NeXT-Stream (curato assieme a Lukha B. Kremo e Giovanni De Matteo), Hai trovato orgasmi nel collettore quantico? (curato assieme a Lukha B. Kremo) e in Nuove Eterotopie (curato assieme a Giovanni De Matteo); oppure in e-book (tra gli altri La mappa è una contrazione e Ancient name).
Nel 2009 ha curato l'antologia di racconti connettivisti A.F.O. - Avanguardie Futuro Oscuro e nel 2018 è stato autore di Sensorium, racconti di sesso quantico, con illustrazioni di Ksenja Laginja.
Ha pubblicato articoli e racconti anche sul sito Fantascienza.com e sulla rivista Futuro Europa.
Con altri connettivisti ha scritto il cortometraggio La trentunesima ora, prendendovi parte come attore.
Dal 2010 collabora con Kipple Officina Libraria come editor. Conduce sulla webradio radionation.it il programma radiofonico Tersicore.
Nel 2015 pubblica due raccolte di racconti, una dedicata all'universo dell'Impero Connettivo, I dispacci imperiali, e l'altra, dal titolo Nel paradigma olografico, riservata alle altre tematiche care all'autore."

A presto.
Romina Braggion

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