Recensione: Manuale per ragazze rivoluzionarie

Giulia Blasi è l’autrice del saggio: Manuale per ragazze rivoluzionarie. Perché il femminismo ci rende felici, pubblicato nel 2018 da Rizzoli.

Quando si è trattato di scegliere lo sfondo per la foto mi sono guardata intorno: un vaso di gerani bianchi e fuxia, l’erba del prato, il comodino con abat jour anni ’40, il balcone di serizzo, un pezzo di pelle optical. Niente da fare, nessuno sfondo rappresentava lo spirito del saggio. Poi l’illuminazione: legno e pietra. Una selce legata su un pezzo di ramo scortecciato è stata la prima arma di difesa (la lotta); legno e pietra, i materiali con cui sono costruite tutte le antiche case dell’arco alpino (la tradizione di un movimento filosofico); legno per scaldare e pietra su cui cucinare il cibo (la cura e la sorellanza); alberi e rupi, gli elementi primari delle montagne Ossolane, di rara bellezza paesaggistica (la gioia di sperare in un mondo giusto dove vivere al sicuro).



Semplicità e solidità costituiscono la base del saggio di Blasi articolato in tre sezioni: il cosa e il perché; intervallo - sul nostro corpo bellezza equa e solidale/leggerissima/vecchia, ti diranno che sei vecchia/non datela: manifesto per una sessualità consapevole/di cosa parliamo quando parliamo di molestie; il come. Una indispensabile e geniale sezione di FAQs chiude il manuale.

Blasi comunica le sue argomentazioni in maniera comprensibile, diretta e incontestabile. Cit. pp. da 214 a 218, a proposito della cultura: “Parlerò quindi nello specifico a chi è attivo nel mondo della cultura, chi vuole fare lo scrittore o la scrittrice, o qualsiasi altro mestiere che attenga alla creazione di storie e di senso. 
Se la gente non legge, se la cultura è diventata superflua nella vita di un paese, se gli intellettuali sono considerati feccia corrotta al soldo del capitale oppure individui arroganti lontani dai problemi della gente, la colpa non è (solo) del paziente lavoro di smantellamento dell’intellettualità operato con una manovra coordinata di depauperamento della scuola e incremento dei programmacci TV a base di donne nude e zoticoni incapaci di esprimersi nella lingua nazionale. La colpa […] è di chi ha preso le distanze dalla contemporaneità, rifugiandosi in un mondo di belle lettere cristallizzate, in un canone di scrittori che non va oltre i primi anni ’80, tutti rigorosamente maschi. […]

Per il resto sembra che si debba scegliere: o intellettuale o attivista, le due cose non possono coesistere […] A che servono i commossi appelli, i sussulti tardivi quando la situazione è ormai oltre ogni possibilità di recupero? (Domanda applicabile anche alla situazione ambientale, aggiungo io. NdR) […]  A che serve se la visione proposta è sempre la stessa, parziale, borghese? […]
nessuno dei prodotti televisivi di livello degli ultimi anni , fra quelli realizzati in Italia, ha una componente femminile forte. […]

Il mondo della cultura italiana si racconta di essere meritocratico e quando gli fai notare che non è così, si adombra e replica: non è questo il problema (benaltrismo, N.d.R).
Invece sì: è anche questo il problema. Aver trasformato il discorso culturale in un monologo per sola voce maschile (quando andava bene), (no, Amica, Vouge, Donna Moderna non valgono, N.d.R) o in un bisbiglio fra iniziati (quando andava male) è un problema. […]
È troppo tardi per rimediare al danno fatto, ma si può cominciare a ricostruire: non solo investendo sui giovani, ma avendo il coraggio di uscire dalla propria zona di benessere. Il che significa anche accogliere il pensiero femminista nel mainstream […]

Venendo a noi:
chi possiede le parole possiede la realtà (concetto bene espresso nell’antologia afrofuturista Future, a cura di Igiaba Scego, N.d.R.) e in questo momento quelli che possiedono le parole si stanno facendo scippare sia quelle che la realtà.

Il disimpegno, l’intimismo, la lanetta negli ombelichi, le nostalgie dell’infanzia […]  ci hanno distratti per un bel po’ e ora che sarebbe giunto il momento di parlare non c’è più nessuno ad ascoltarci.
Chiamarsi fuori dal dovere di dire le cose che vanno dette, dirle chiare, dirle in modo che siano inconfutabili è una mancanza. Dirle in tempo di pace e dirle con più forza e chiarezza in un momento di minaccia oscura e strisciante da parte di forze che non usano le bombe ma la persuasione, per minare l’equilibrio dell’Europa, è una necessità. La stessa cosa vale se applicata alla lotta femminista […] Non è possibile, nel ventunesimo secolo, scindere il femminismo da tutti gli altri attivismi, da tutte le altre lotte.”

Chi vuole iniziare a confutare si faccia avanti: non i dettagli, la superficie, i piccoli particolari, i singoli lemmi. Intendo proprio il senso, il succo del discorso. Riuscite? Non credo.

Nella recensione ho lasciato parlare Blasi, perché è coraggiosa, competente, schietta. Mi piace perché si prende la responsabilità delle proprie parole, non tergiversa, va dritta al centro del bersaglio. Odio i signori mistificatori e le signore tentenna. Blasi non è né l’uno, né l’altra.

Il Manuale si aggiunge a preziose letture contemporanee che sto accumulando nel mio scaffale femminista e nel cuore. 


È un’opera fondamentale e imprescindibile per appropriarsi dei metodi e delle procedure del femminismo, adatta a formare la base teorica e pratica delle principianti ma adeguatamente esaustiva e articolata da irrobustire l’attivismo delle veterane, soprattutto nella sezione “La lotta, online e offline”.

Dichiaro la mia adesione alle parole del Manuale, sostengo e approvo l’attivismo dell’autrice e, ovvio, consiglio la lettura dell’opera, la divulgazione in ogni modo e su ogni media, la discussione e l’offerta del libro a potenziali discepoli.

P.S. (mentre scrivevo la recensione ho iniziato la lettura di un libro di fantascienza femminista: Il futuro di un altro tempo di Annalee Newitz, che si dichiara non binary. Ho condiviso la notizia in un gruppo di fantascienza in merito all'escamotage della traduttrice per identificare grammaticalmente un personaggio non binary. La discussione che ne è scaturita è emblematica e conferma ogni parola scritta da Blasi :D) 

A presto.

Romina Braggion




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