Segnalazione: Tanto tu torni sempre
TANTO TU TORNI SEMPRE
Ines Figini, la vita oltre il lager
collana Le storie – Zolfo editore, disponibile dal 21 gennaio 2021
In occasione della giornata della memoria ho il piacere di segnalare questo libro. Un'ulteriore testimonianza della crudeltà di umani contro altri esseri umani.
Leggetelo per ricordare il passato, stare in guardia nel presente e immaginare un futuro diverso da ciò che è stato e ciò che è ancora.
Dal 21 gennaio è disponibile in libreria il volume “Tanto tu torni sempre. Ines Figini, la
vita oltre il lager” – Zolfo Editore, collana Le storie – scritto a quattro mani dai giornalisti Giovanna Caldara e Mauro Colombo e
dedicato alla vita di Ines Figini (1922-2020),
comasca, deportata nel marzo 1944,
quando aveva meno di 22 anni, nei lager di Mauthausen, Auschwitz-Birkenau e
Ravensbrück.
Ines non era ebrea, partigiana o
antifascista, ma si era schierata a favore di alcuni compagni di lavoro durante
uno sciopero nello stabilimento in cui lavorava come operaia, l’allora Tintoria
Comense di Como. Una testimonianza
fondamentale di un periodo tragico della storia dell’umanità, resa pubblica
dopo più di cinquant’anni e raccontata in prima persona in questo libro.
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È il 6 marzo 1944
quando la coraggiosa Ines prende le difese del gruppo di scioperanti della sua
fabbrica, stanchi delle condizioni di lavoro cui sono costretti dal regime
nazifascista. Basta una sola esclamazione pronunciata davanti al questore
Lorenzo Pozzoli - «non è giusto portare
via solo loro: abbiamo scioperato tutti, dovete arrestarci tutti! O tutti, o
nessuno...» -, perché Ines sia catturata e portata via da casa nel cuore
della notte.
Da quel momento inizia per lei l’incubo: prima la sosta di cinque giorni nel lager di Mauthausen e
poi la reclusione per otto mesi nel campo di concentramento di
Auschwitz-Birkenau dove Ines, costretta ai lavori forzati, vive i suoi giorni
più difficili fino al trasferimento a Ravensbrück nel novembre del ‘44: «Potrei scrivere un libro sugli orrori che
vedo, ma non penso a tenere un diario. Del resto non abbiamo fazzoletti, fogli
di carta, niente di niente... (…) Ogni tanto mi chiedo: “Ma nessuno sa che
siamo qui? Nessuno si interessa di noi?» (dai giorni ad
Auschwitz-Birkenau).
Con l’avanzata delle truppe sovietiche,
nella primavera del 1945 finalmente anche Ines viene liberata, ma subito dopo purtroppo contrae il tifo: ricoverata all’ospedale militare di Prenzlau, trascorre
alcuni mesi allettata a causa della febbre e delle gravi infezioni che la
colpiscono, ma che riesce a superare con forza e determinazione, anche
aggrappandosi alla scrittura, ai suoi ricordi più cari, all’amata madre: «Mamma, sulla mia
strada che ho percorso in questi ultimi tempi, ho trovato tanta cattiveria,
tanto egoismo, tanta indifferenza, da lasciarmi meravigliata e disgustata nel
medesimo tempo. Eppure non ho perso ancora la poesia! Anche oggi sono stata un
poco con te. Sei contenta? E allora vieni qui e lascia che ti abbracci»
(Prenzlau, 19 settembre 1945).
Guarita dalla malattia, nell’ottobre
del 1945 Ines riesce finalmente a tornare a Como. Riprende a lavorare, a viaggiare, a divertirsi. Dal 1968 in avanti, per molti anni, torna
ad Auschwitz, dove era stata reclusa. E
proprio lì, dopo un lungo processo di rielaborazione interiore, comprende che
per continuare a vivere pienamente non può rimanere attaccata all’odio e alla
rabbia, e per ritrovare la gioia nel quotidiano decide di perdonare chi le ha
fatto del male. È un atto di coraggio, di forza per nulla semplice, che le
ridà speranza e fiducia nella vita. Quando inizierà a raccontare la sua storia
in pubblico, soprattutto nelle scuole, dimostrerà ai giovani che non si deve
dimenticare, né tanto meno negare o giustificare le atrocità vissute e viste,
ma si può ricordare senza provare odio, rancore o rivalsa. Per questo la sua
testimonianza è anche un simbolo di forza, speranza e fede.
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Questa nuova edizione esce in
libreria a pochi mesi dalla morte di Ines Figini, avvenuta il 26 settembre 2020 a
98 anni – in appendice è pubblicata
anche l’omelia per il funerale, avvenuto a Como il 29 settembre – ed è corredata da sedici lettere inedite che lei scrisse alla madre tra
il 18 settembre e il 10 ottobre 1945, durante il suo ricovero in ospedale, che
non poté spedire e tenne con sé fino al suo ritorno a casa.
In apertura della sezione dedicata alla corrispondenza epistolare sono riportate anche due lettere scritte da Ines durante il suo viaggio verso la Germania quando, ancora ignara dell’amaro destino che di lì a poco l’avrebbe colpita, scrive ai familiari: «Non voglio assolutamente che vi preoccupiate per me. Con molta probabilità ci mandano in Germania. (...) Sapete che posseggo abbastanza coraggio per affrontare qualsiasi avversità futura» (marzo 1944).
Quand’era
bambina Ines si allontanava spesso da casa per giocare.
Sua madre,
però, non se ne preoccupava:
“Tanto tu torni sempre...”,
le disse una volta.
Per non
deludere quella fiducia, Ines è tornata anche dall’inferno.
Gli autori
Giovanna Caldara è nata a Erba (Como). Giornalista, collabora con diverse testate.
Ha fornito consulenze letterarie per testi teatrali e libri. Organizza e
promuove eventi e gestisce vari uffici stampa. È coautrice di A tutto sport! (La Spiga, 2013) e di Ristoranti a Milano. 100 chef imperdibili e
le loro ricette (Novecento editore, 2015 e 2016).
Mauro Colombo è nato a Erba (Como). Giornalista, è caposervizio dell’inserto di
“Avvenire” «Milano Sette», del mensile “Il Segno” e della testata web
“Chiesadimilano.it”. Autore di romanzi, saggi e libri per ragazzi, con L’ora del Fausto nel 2014 ha vinto il
Premio Selezione Bancarella Sport e il Concorso letterario nazionale del Coni.
Tanto
tu torni sempre di Giovanna Caldara e Mauro Colombo ISBN
978-88-32206-17-3 Collana Le storie – Zolfo Editore Pagine
216 Formato 14x21 cm | Prezzo 16,00 euro |
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