Recensione: La Luna e l'Eden

RiLL ha pubblicato ldecima antologia personale della collana "Memorie dal Futuro" intitolata "La Luna e l'Eden", nel mese di novembre 2020. L'autrice è la scrittrice italiana di fantastico Laura Silvestri.


La Luna e l’Eden propone un'introduzione di Alberto Panicucci, un'altra di Giorgia Cappelletti, pluri-premiata autrice di RiLL, nove racconti (più una ghost trak) e l'intervista all'autrice.
I racconti sono:
1. La pescatrice di perle (racconto vincitore di SFIDA 2019)
2. Mila (inedito)
3. Chiari di luna e male parole (racconto finalista al XXVI Trofeo RiLL)
4. Oltre la valle (racconto vincitore di SFIDA 2018)
5. La terra non dimentica
6. Leucosya (racconto vincitore del XXV Trofeo RiLL)
7. A casa del Diavolo (racconto quarto classificato al XXIII Trofeo RiLL)
8. Chi c’è dietro di te? (racconto vincitore di SFIDA 2020)
9. Le lunghe ombre dell’Eden (inedito)


Tutti i racconti non inediti sono stati rivisti dall’autrice, in vista di questa pubblicazione. 

Sono abbastanza indifferente nella prassi di etichettare i generi dei libri che leggo, se serve bene, altrimenti ne faccio a meno, sebbene le trovi indispensabili in alcuni contesti.
L'antologia di Silvestri è certamente ascrivibile al genere fantastico, dire che i racconti sono fantascientifici o fantasy o weird o mille altri trovo sia riduttivo.

L'eclettismo di Silvestri, la voce poetica e ironica, la capacità di parlare di temi forti sfumandoli in trame narrative di sapore antico mi ricordano la scrittura di Daniela Piegai, scrittrice a me cara. Entrambe hanno il dono della narrazione di tradizioni e fatti attuali in una miscellanea tipica delle donne Chitrakar, famose cantastorie del Bengala.

Il lettore ideale di questa raccolta è una persona curiosa e dalla mente aperta, capace di saltare di secolo in secolo, di società in società e di pianeta in pianeta con l'agilità con cui l'autrice scrive i racconti. Potrebbe anche essere una persona che si dichiara ostile al fantastico in generale, è probabile cambi idea.

La lettura delle 132 pagine (tutte, dalla prima all'ultima parola, come mia abitudine) è stata semplice e veloce e di questo ringrazio di cuore l'autrice.
Ogni racconto ha la sua ragion d'essere, così citerò solo i testi che mi sono piaciuti particolarmente, dando per certo il buon livello degli altri.

"La terra non dimentica" è una storia post-apocalittica e di colonialismo. Sebbene la condizione degli abitanti della Terra di quell'epoca sia regredita a un miscuglio  primitivo e brutale, l'atmosfera di magia stempera l'impressione sconfortante. Il finale riesce a pacificare i lettori più razionali e conferma la bravura dell'autrice nel mescolare generi apparentemente incompatibili.

"Leucosya" narra del viaggio di svago, a bordo di un'astronave cargo, di una madre e della figlia adolescente. Difficile farmi commuovere, ma così è stato alla lettura del colpo di scena. Un racconto davvero struggente e suggestivo.

"A casa del diavolo" è divertente, tanto. Pure spiazzante, con l'introduzione surreale dell'incontro tra il protagonista e il diavolo. Il finale segue la stessa direzione. Non crediate sia riduttivo o facile divertire il lettore mantenendo buona proprietà stilistica e una voce riconoscibile. Silvestri riesce e il racconto fluisce nella direzione della leggerezza. A volte è necessario sollevare l'animo, di essere pesanti e cupi siamo capaci tutti. 

"Chi c'è dietro di te" ricorda e moltiplica la sensazione di impotenza e spavento del film "L'invasione degli ultracorpi" unendola alla vulnerabilità dell'infanzia. Il finale impone una riflessione, in merito al tema dell'accettazione delle disgrazie e della sopravvivenza mentale, e si collega concettualmente con il racconto Leucosya.

"Le lunghe ombre dell'Eden" offre molteplici suggestioni ed è, forse, il racconto che si può meglio configurare come fantascientificoIntenso e commovente, rappresenta il sunto di tutte le riflessione che l'autrice vuole indurre nel lettore in merito all'universo femminile.
Significativo è un pensiero della protagonista: "Il ragazzo non ha chiesto di nascere, e ha bisogno di qualcuno che sia simile a lui. Per davvero. Qualcuno che gli insegni cosa vuol dire essere un uomo". 
Il compito improbo spetta alla protagonista, unico essere vivente rimasto. Che sia donna è significativo e mostra in modo diretto e chiaro il pensiero dell'autrice.

Leggete l'antologia, merita tutta la vostra attenzione.

A presto.
Romina Braggion




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